Metalli tossici: la tossicità nella vita quotidiana.
In questa puntata della rubrica radiofonica “Metallicamente” in onda il martedì su RadioMia, abbiamo parlato della tossicità nella vita quotidiana e dell’azione dei metalli tossici presenti ovunque.
Potete riascoltare la puntata qui.
Non bisogna essere troppo terrorizzati dalla tossicità dei metalli tossici.
Si parla spesso di metalli pesanti e altrettanto spesso vengono confusi con i metalli tossici ed invece c’è una grande differenza perché molti, nel fare riferimento ai metalli pesanti, stanno in realtà pensando ai metalli tossici!
C’è una grandissima differenza! Praticamente i metalli tossici sono metalli “killer” che non svolgono alcuna funzione biologica utile mentre il metallo pesante può essere anche utile a volte nell’organismo umano come ad esempio il ferro, lo zinco, il rame e vari altri.
Nel momento in cui tali metalli pesanti nell’organismo si accumulano, li potrebbero insorgere problemi di tossicità.
Tornando al tema di oggi, ci viene da chiedersi perché questi metalli tossici ci sono e sono presenti ovunque?
La cosa che mi dispiace dire è che questi metalli purtroppo ci semplificano tanto la vita.
Ad esempio, se si pensa ad un banale prodotto per lavare i piatti, quest’ultimo funziona bene perché come eccipienti contiene tutta una serie di metalli pesanti. Più ce ne sono, più funziona bene, purtroppo sì.
Però è vero che questi metalli pesanti ci hanno semplificato la vita ed è anche vero che al giorno d’oggi i prodotti biologici purtroppo costano di più.
Ma dobbiamo credere in questi prodotti biologici?
Anche li lei l’ha aperto una grandissima parentesi perché tutto ciò che BIO e veramente BIO, secondo me vale la pena. Ad esempio, io evito e cioè se prendo un prodotto per lavare i piatti e anziché usarne tanto magari ne uso meno, e comunque uso i guanti che è un consiglio che do a tutti, tendo ad usare l’aceto di vino che è un disincrostante, o volendo anche bicarbonato di sodio.
Poi il problema secondo me non è tanto il fatto che questi metalli sono presenti ovunque, ma i problemi sono due; il problema principale è che ognuno ha un passato diverso nel senso che ognuno ne accumula più o meno durante la vita, questo è il primo problema ed è difficile anche capire quanti sono questi metalli presenti.
Il secondo problema è che ognuno è diverso in quelle che possono essere potenziali manifestazioni alla presenza di questi metalli. Mi spiego meglio: a volte mi capitano pazienti che di dicono “Io sono intossicato” e mettiamo che io ho il problema A, i metalli sono la causa perché l’eziopatogenesi varia da soggetto a soggetto.
Ma si può fare prevenzione?
Sì, infatti in questo consiste il mio principale intervento. È possibile fare prevenzioni finchè siamo su questa terra non credo, però è possibile che hanno piano eliminarli.
In che modo?
Allora c’era una terapia che si chiama la terapia chelante sulla quale ho scritto un libro – il libro si chiama appunto “La terapia chelante” che è stato pubblicato da Macrolibrarsi (andrebbe rivisto ogni mese perché ogni mese escono altri dati) ed è possibile esplellere questi metalli perché la medicina convenzionale riconosce quella che è per definizione un’intossicazione acuta da metalli tossici, come può avvenire spesso in incidenti industriali.
I pazienti intossicati vengono portati in pronto soccorso e viene somministrato in vena un agente chelante, però lì si capisce chiaramente che c’è un problema dovuto nell’immediato appunto a questo metallo.
Però il problema con una intossicazione cronica che abbiamo quasi tutti specialmente che ha superato i 40 anni è che questi metalli si depositano in piccole piccole piccole piccole quantità per cui no è un fenomeno così evidente quanto lo è un fenomeno acuto.
Per cui ci sono alcuni agenti chelanti che si possono usare anche a basso costo, ne parlo nel mio libro.
Perché si chiama terapia chelante?
Questo nome deriva dalle chele del granchio perché il granchio con le chele può afferrare alcune cose. Per cui un agente chelante in tutti i sensi afferra e porta via i metalli tossici e questo lo fa o mediante i reni o mediante il fegato.
Per cui per impostare bene una terapia chelante viene valutato il soggetto, bisogna essere sicuri innanzitutto che ci sia un’ottima, una buona nemmeno ottima ma diciamo una funzionalità renale decente, che il fegato sia a posto e poi si possono somministrare una serie di agenti chelanti.
C’è anche molto, anche se non lo dovrei dire, c’è anche un po’ di fai da te che si può fare perché molti di questi prodotti, specialmente quelli naturali e nel mio libro parlo al 90% degli agenti naturali, sono comunque prodotti di banco che si trovano tranquillamente nelle farmacie.
Poi è ovvio che non si possono dare i nomi commerciali però chi fa poi un po’ di ricerca riesce a capire come si chiama il prodotto.