Ci troviamo come di consueto in questa stagione, alle prese con l’influenza . Cosa si può fare per evitare il contagio con raffreddori/influenza o alleviarne il decorso?
Oltre alla raccomandazione, già ben nota ai lettori del Notiziario , di cercare di non iperventilare (e quindi di respirare dal naso e non dalla bocca), ed oltre alle consuete raccomandazioni di prudenza (evitare sbalzi di temperature, luoghi affollati ecc.) vi sono, oltre ai farmaci, vari integratori antivirali efficaci sia a scopo preventivo che a scopo terapeutico (estratto di semi di pompelmo, di foglie d’olivo, uncaria tomentosa, propoli, miele Manuka e numerosi altri).
Vorrei qui peraltro soffermarmi sugli studi del medico greco Dr. Pandalis, che ha dedicato una vita di ricerca (in Germania, dove vive da molti anni) ad una pianta, il cistus incanus non ancora molto nota, ma che sta dimostrando notevoli proprietà antivirali ed antibatteriche (e non solo). Ne avevo parlato brevemente nel mio Notiziario del 2013 (ved. www.buteyko.it/?p=843) e dati i risultati che ho constatato in questi 5 anni ritengo utile tornare sull’argomento.
Questa pianta fiorisce da marzo a giugno, in particolare nelle zone vicine al mare nei paesi mediterranei, dove le sue proprietà terapeutiche erano già note ed utilizzate in tempi antichi per vari problemi mentre ora, perlomeno in Italia, sono ancora poco note ed utilizzate mentre in Germania, grazie al lavoro del Dr. Pandalis, sono invece da tempo note ed apprezzate , ed il periodico tedesco dei medici (Aerzte Zeitung) ne ha parlato in numerosi articoli, come ad esempio in questo articolo del febbraio 2016 (www.aerztezeitung.de/medizin/krankheiten/infektionskrankheiten/article/904284/hiv-ebola-extrakte-zistrose-wirken-antiviral.html ) dal titolo “Zistrose wirken antiviral:Extrakte der Zistrose (Cistus incanus) inaktivieren HIV, Ebola- oder Marburg-Viren und verhindern ihre Vermehrung in Laborexperimenten, teilt das Helmholtz Zentrum München mit.” (estratti del Cistus incanus disattivano i virus dell’ HIV.
Ebola e Marburg e ne impediscono la moltiplicazione in sperimentazioni di laboratorio, come comunicato dal Centro di Helmholtz di Monaco). Nello studio del celebre Centro Helmholtz di Monaco di Baviera si osserva (ved. il seguente link in lingua inglese: https://www.nature.com/articles/srep20394 ) che gli estratti del cistus impediscono selettivamente ai virus di attecchire alla cellule e che oltre all’attività contro i virus dell’influenza agiscono anche contro altri tipi di virus.
Analoghe osservazioni sono riportate in un articolo della Aerzte Zeitung del 1 novembre 2017 dal titolo “Zistrosenkraut als Option bei Atemwegsinfekten- Zubereitungen aus Zistrosenkraut haben antivirale Aktivitäten, etwa gegen Influenzaviren. Auch klinische Daten bei Atemwegsinfekten liegen vor” (Il cistus incanus quale opzione per infezioni delle vie respiratorie; preparati a base di cistus incanus hanno proprietà antivirali e sono presenti anche dati cliinici per le infezioni delle vie respiratorie.)
Gli effetti terapeutici del cistus incanus appaiono in sostanza dovuti al suo contenuto particolarmente elevato in polifenoli (il suo contenuto in polifenoli è il più elevato tra le piante oggetto di studi) e flavonoidi (miricetina, quercetina, epigallocatechine) che gli conferiscono un notevole effetto antivirale, antibatterico ed antinfiammatorio. Per quanto riguarda in particolare l’effetto antivirale, i polifenoli altamente polimerici di cui è ricco l’estratto acquoso del cistus sembrano agire contro i virus prevenendo il loro assorbimento nelle cellule e la loro moltiplicazione, attenuando l’intensità e la durata media di problemi dell’apparato respiratorio causati da infezioni virali o batteriche. Ovviamente è comunque necessario in caso di malattia procedere non in base al “fai da te” ma con la consulenza e controllo del proprio medico curante.
Come tenere la bocca chiusa quando si dorme. Strumenti vari. Problemi del nastro adesivo e tosse.
Ho sopra accennato all’importanza, anche per prevenire influenza e raffreddori, di respirare dal naso e non dalla bocca, anche perché l’aria, passando dal naso, viene umidificata, riscaldata, filtrata da varie sostanze inquinanti ed allergizzanti.
In effetti non mi stanco mai (ved. ad es. www.scienzaeconoscenza.it/blog/consapevolezza/sport-metodo-buteyko-respirare-respiro-dal-naso) di mettere in rilievo l’importanza del respiro dal naso e dei suoi effetti benefici.
Come noto passiamo circa un terzo/un quarto della vita dormendo, ed è quindi molto importante respirare bene anche mentre dormiamo. In non poche persone che pure di giorno respirano dal naso, si verifica durante il sonno una inconscia apertura della bocca , ed è poco utile fare di giorno gli esercizi Buteyko per evitare l’iperventilazione se poi mentre dormiamo la nostra bocca si apre e respiriamo dalla bocca, con conseguente inevitabile iperventilazione, per non parlare degli altri problemi causati dal respiro dalla bocca, sui quali mi sono soffermata sia nel mio libro “Attacco all’Asma.. e non solo”, tra i quali i quali il più leggero è il prosciugamento della saliva (e chi non ha un partner che può osservare la posizione della sua bocca quando dorme può accorgersi, quando si sveglia, di aver dormito con la bocca aperta poiché nota di avere la bocca e la gola secca) . Che fare in questi casi ?
Uno dei rimedi per questo problema che Buteyko consigliava era il porre un nastro chirurgico sulle labbra (consiglio che vale solo per chi non ha particolari problemi di salute, ha le vie nasali aperte, ed è in grado di svegliarsi e togliere il nastro dalla bocca al primo segno di disagio (per maggiori dettagli ved. il mio libro sopra indicato). Peraltro, come ho sempre fatto presente da oltre 10 anni nei miei libri su Buteyko, il metodo Buteyko non si è fossilizzato nel tempo. Vi sono oggi anche vari altri sistemi per affrontare questo problema. Vedo infatti che in varie persone, pur sane e prive di problemi strutturali nelle vie nasali/mandibole ed altro, l’idea di chiudere completamente le proprie labbra con un “cerotto” provoca una forte riluttanza ed apprensione. A questo proposito osservo innanzitutto che non si tratta in realtà di utilizzare un “cerotto”, ma di un “nastro adesivo chirurgico microporoso” che, posto nella giusta collocazione, non chiude completamente le labbra.
Approfondendo peraltro nei mesi scorsi il problema della sempre maggior tendenza a respirare dalla bocca anche in chi non ha problemi di ostruzione del naso o vie respiratorie, ho esplorato anche il funzionamento di vari “aggeggi” moderni e magari non disponibili nell’Unione Sovietica ai tempi di Buteyko. Come noto, ci sono in giro vari piccoli dilatatori di silicone da inserire nella punta delle fosse nasali, per allargarle ed alleviare il russamento ma, perlomeno a quanto ho potuto constatare, non danno particolari risultati per perdere l’abitudine di respirare con la bocca aperta . poiché anche con questi dilatatori nel naso in molte persone la mandibola inferiore della bocca si rilassa e si apre inconsciamente durante il sonno .
Vi sono i tuttavia ora in commercio vari altri sistemi per tenere la bocca chiusa durante il sonno, come i sottogola mandibolari (nastri che si applicano sotto il mento). Ve ne sono di vari tipi (ved. per es. a questo link: www.google.it/search?q=sottogola+mandibolare&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=2ahUKEwjxtqWJm8TdAhWs4YUKHT8OARkQsAR6BAgGEAE&biw=1367&bih=604 ) utili per evitare di russare ma utili anche per tenere la bocca chiusa durante il sonno, consentendo peraltro di aprirla facilmente durante il sonno in caso di problemi.
Vi sono infine vari altri “stratagemmi” , sui quali mi soffermo nei miei corsi , per facilitare (anche per chi ha barba e baffi J) la posizione chiusa della bocca durante il sonno.
Tornando alla tematica del nastro e della sua posizione, una domanda che mi viene posta frequentemente nei corsi dalle persone che respirano dalla bocca mentre dormono è: “ …per evitare l’iperventilazione mentre si dorme non sarebbe meglio mettere il nastro adesivo microporoso sulle labbra in orizzontale, anziché in verticale, in modo da chiudere meglio ogni fessura tra le labbra? “
La risposta che i lettori del Notiziario si aspettano è “sicuramente sì”, ma io affermo: “assolutamente no”; chiudere del tutto le labbra con un nastro in orizzontale potrebbe in certi casi essere pericoloso. A questo proposito ripeto innanzitutto la raccomandazione quanto ai casi in cui è comunque vietato l’uso del nastro adesivo, in qualunque posizione (in chi, per problemi organici, non può respirare bene dal naso, nei bambini piccoli , in chi prende sonniferi, in chi non è in grado, al primo segno di disagio, di svegliarsi e togliere il nastro, in chi in genere soffre di problemi di salute non trascurabili, in chi ha degli impedimenti di natura meccanica nelle prime vie respiratorie ed in altri casi sui quali mi soffermo nel mio libro “Attacco all’Asma.. e non solo” e nei miei corsi.
Quanto alla posizione del nastro nei casi in cui è possibile ricorrere allo “stratagemma” del nastro, il nastro va posto verticalmente, al centro della labbra, da sotto il naso al mento proprio sotto il labbro inferiore, e spiego perché sconsiglio la posizione orizzontale.
Il nastro adesivo chirurgico applicato in orizzontale, chiudendo completamente le labbra, anche in chi non ha le controindicazioni sopra menzionate, potrebbe compunque ostacolare l’atto del tossire; ciò cosa comporta? La tosse è di solito associata, (a meno che non si tratti della cosiddetta tosse ansiosa) a patologie organiche che possono variare da patologie lievi quali allergie, ad affezioni ben più gravi . Vista in un’altra luce però, la tosse è un importante meccanismo fisiologico di difesa che ha lo scopo di liberare le vie respiratorie da corpi estranei che vi siano accidentalmente penetrati, o da materiali patologici in esse raccolti, in modo da mantenere la pervietà delle vie aeree. Il nastro adesivo chirurgico applicato in orizzontale, in caso di tosse, specialmente di notte, ostacolerebbe questa funzione.
La tosse si manifesta con una rapida espirazione a glottide chiusa preceduta da una veloce e profonda inspirazione. In questo modo l’aria viene compressa nell’albero respiratorio provocando la brusca apertura della glottide. Fuoriuscendo ad una pressione elevata l’aria determina la caratteristica vibrazione delle corde vocali che provoca il tipico colpo di tosse. Trattasi dunque di un atto “esplosivo” durante il quale è coinvolta una pressione; il “semplice” atto della tosse a bocca chiusa può costituire un pericolo in una serie di patologie quali: aneurismi cerebrali non diagnosticati, persone a rischio di ictus (anche in questo caso non sempre diagnosticate), alta pressione alta i , glaucoma ed una serie di patologie polmonari in stadi relativamente avanzati. Meglio non pensare pertanto al tossire con la bocca chiusa, anche se, (come capita nel caso di “tossire con la bocca chiusa”) l’inspirazione è avvenuta dal naso. Anche se questi rischi sono bassi, anche ciò che è raro può accadere; e come affermava Ippocrate, il padre della medicina: “primum non nocere”.
Cosa consigliava Buteyko, in relazione al respiro, nei casi di tosse? Egli, osservando che durante la tosse si respira molto, e che dei colpi di tosse stimolano ulteriori colpi di tosse consigliava, in caso di tosse leggera e più che altro nervosa, di cercare di reprimerla nei limiti del possibile senza sforzi: nei casi invece in cui (per catarro o altri problemi, è utile/necessario tossire, egli consigliava non, come credono alcuni, di tossire con la bocca chiusa ma di mettere una mano davanti alla bocca quando si tossisce, e soprattutto, passata la tosse, per mettere riparo all’iperventilazione provocata dalla tosse, di cercare per qualche minuto di respirare di meno.
Ho ritenuto importante precisare questi concetti anche per ribadire che chi non vuole imparare a respirare bene “solamente” per ottimizzare il suo benessere fisico e psichico e le sue energie e prestazioni (sportive ed altre, preferibilmente con ll’aiuto di un istruttore Buteyko esperto) ma che già soffre di problemi di salute, deve comunque effettuare il riaddestramento del respiro con il metodo Buteyko sotto il controllo del proprio medico.