Diastasi Addominale e Riaddestramento Respiratorio. Con il termine relativamente ambiguo “diastasi addominale” si intende l’allargamento in senso longitudinale e separazione del muscolo centrale rectus abdominis, meglio conosciuto nei paesi anglofoni come “6pack”, oppure sinonimo di “addome scolpito”.
Nella maggior parte dei casi, le conseguenze di tale separazione muscolare sono la perdita del punto vita, l’impossibilità di avere il ventre piatto e la comparsa di una rientranza longitudinale.
In casi più gravi ci possono anche essere conseguenze funzionali, in questi casi le viscere non sono più contenute nell’involucro della muscolatura addominale, per cui le viscere possono fuoriuscire, “ernie” in questo caso, con tutte le potenziali ripercussioni di tale affezione.
L’affezione è invalidante sia dal punto di vista cosmetico che psicologico. Chi ne è afflitto si sente impotente.
Le cause sono: nella maggior parte dei casi gravidanza, sovrappeso ed obesità eccessiva, chirurgia bariatrica e perdita di peso eccessiva.
Non ci vuole tanto per effettuare una diagnosi, nel senso che la sezione è ben visibile, ma anche palpabile.
Vari studi riportano che, per una diagnosi accurata, è necessario palpare 4,5 cm sopra l’ombelico, 4,5 cm sotto l’ombelico e inoltre l’ombelico stesso, tenendo come punto di riferimento la linea alba (linea centrale situata a metà addome).
Alcuni studi riferiscono che per una diagnosi ancora più accurata, ovvero per una maggiore delineazione della separazione del muscolo, si può effettuare un’ecografia.
Rivolgiamo la nostra attenzione alla prima causa della diastasi addominale: il motivo originale per cui può originarsi la diastasi addominale è la gravidanza, specialmente se gemellare.
Pare che il problema sia presente nel 30% delle gravidanze in generale anche se, in base ad altri studi recenti, sarebbero necessari ulteriori dati sulle gravidanze in generale, quali: numero di figli e parti gemellari.
Un fatto però è certo: della diastasi addominale ancora oggi se ne parla poco.
La soluzione del problema dipende dall’entità del problema; in casi funzionalmente invalidanti bisogna ricorrere alla chirurgia. Si tratta di una competenza chirurgica specifica che comporta il “riposizionamento” del muscolo e delle viscere (addominoplastica).
Nella maggior parte dei casi invece, trattasi specialmente di casi di post gravidanza, l’approccio è di natura fisioterapica; si tratta di un approccio riabilitativo del pavimento pelvico e dei muscoli addominali a basse pressioni intra addominali, consiste in una serie di esercizi e posture guidate il cui obiettivo è quello di rinforzare le fasce muscolari.
Arrivati a questo punto, alcuni di voi saranno forse già giunti alla conclusione finale di questo articolo: il controllo del respiro è fondamentale.
Numerose tecniche riabilitative fanno riferimento al respiro, ma purtroppo non sempre in modo appropriato.
Nel dire “modo appropriato” mi riferisco al modello fisiologico-anatomico del corretto respiro descritto in tutti i testi scientifici ma non sempre applicato dal punto di vista pratico.
Pertanto, non volendo generalizzare, varie tecniche riabilitative suggeriscono come respirare durante la riabilitazione ma purtroppo tali consigli non sempre coincidono con il modello corretto e fisiologico di respirare.
Si ottengono sempre risultati, ma in linea generale ritengo che sia è necessario più tempo.
Come dico sempre “non è quello che si fa, è come lo si fa”.
Trattasi di una gravidanza, le ostetriche hanno sempre dedicato attenzione al respiro delle pazienti, ma purtroppo non sempre nel modo più fisiologico; tale concetto me lo hanno confermato alcune ostetriche di una “nuova generazione” che hanno rivolto l’attenzione al respiro in quest’ottica più fisiologica.
Cosa implica e cos’è un “respiro fisiologico” in questo come in tanti altri contesti?
Tantissimi soggetti iperventilano ed un’iperventilazione implica che le cellule siano meno ossigenate; pare in effetti trattarsi di un paradosso.
Nel contesto di una gravidanza, un’adeguata ossigenazione è di fondamentale importanza per il futuro nascituro.
Andando un passo oltre, trattasi di diastasi addominale, se la respirazione non è ottimale durante e dopo la gravidanza, viene meno il controllo muscolare.
Nel parlare di “controllo muscolare”, il famoso muscolo addominale in questione è in stretta sinergia e collaborazione con il muscolo della respirazione, il diaframma.
Se la respirazione durante la gravidanza non è ottimale, vi è il rischio che un diaframma “pigro” possa far sì che vengano utilizzati i muscoli accessori della respirazione (non dovrebbe essere il caso) e che anche il muscolo retti abdominis venga influenzato.
Sarebbe pertanto opportuno respirare in modo fisiologico-anatomico prima, durante e dopo una gravidanza.
Ciò nonostante, la mamma potrebbe sempre essere colpita dalla diastasi addominale ed in tal caso prestare attenzione al proprio respiro non può che facilitare la terapia riabilitativa.
Se invece siete affette o affetti dalla diastasi addominale, ricordatevi che un’ottimizzazione del proprio respiro non può che apportare benefici; sempre per via dei meccanismi sopra riportati.
Mi riferisco ad un riaddestramento respiratorio basato sul metodo del professor K. Buteyko, che la sottoscritta insegna ormai da quasi 20 anni, con notevoli successi clinici, fisici e psicologici.
Durante una gravidanza, è fisiologico che vi sia un certo rilassamento dei muscoli e del tessuto connettivo.
Ovviamente i tessuti non dovrebbero superare un certo limite e, se una diastasi si presenta durante una gravidanza, vi è un’altissima probabilità che si ripresenti in una gravidanza successiva.
Con il progredire di una gravidanza, il volume del feto che cresce, trattasi in particolar modo di gemelli e/o un feto particolarmente “scalpitante”, aumenta le probabilità di una diastasi addominale, specialmente nell’ultimo trimestre della gravidanza.
In un percorso riabilitativo fisioterapico-respiratorio vi dovrebbe essere un’ipotensione a livello muscolare e, mediante un riaddestramento respiratorio personalizzato, vi sarà un miorilassamento, per cui proprio un’ipotonia, ovviamente “controllata”.
Per concludere, nella mia esperienza professionale, come sempre consiglio un approccio multi-disciplinare: un approccio riabilitativo fisioterapico abbinato ad un riaddestramento respiratorio personalizzato.
Studi per gli “addetti ai lavori”:
– Diastesis of recti abdominis-a review of treatment methods, A. Michalska i colleghi.
– Prevalence and risk factors for diastesis recti abdominis: a review and proposal of a new anatomical model, M. Cavalli et al.
Per approfondire l’argomento, si può consultare la sezione “Buteyko” su questo sito o consultare la pagina Youtube Fiamma Ferraro