L’esame degli aminoacidi
Come non mi stanco di mettere in rilievo, ognuno è unico e i vari malati, anche se raggruppati insieme sotto il nome di una determinata malattia, presentano in realtà un quadro individuale diverso; se si riesce a individuare i fattori che in ognuno hanno causato il sorgere di uno stato di cattiva salute, si riesce in genere anche a migliorare la salute.

Appare quindi evidente l’importanza di ricorrere a dei test diagnostici adeguati per accertare le cause primarie della cattiva salute nei singoli ammalati.

A questo riguardo, i test consueti, pur ovviamente indispensabili per scoprire le disfunzioni più evidenti e pericolose, in certi casi non sono sufficienti per svelare le origini dei problemi presenti in un organismo.

Prendiamo un esempio: i test sui dosaggi dei vari ormoni sono utilissimi ed indispensabili soprattutto nel senso che, se da questi test risulta una carenza di un determinato ormone, è in genere necessario prendere le misure adeguate per mettere riparo a questa carenza.

Tuttavia, quando invece dai test ormonali risulta una presenza normale di un determinato ormone, ho più volte constatato, ed è un’esperienza abbastanza comune, che, ciò nonostante, da questo non si può dedurre con certezza che non siano presenti nell’organismo dei problemi in relazione a quell’ormone.

Si va infatti diffondendo sempre di più la conoscenza del ruolo svolto nell’organismo dai recettori di determinati ormoni.

L’esempio più noto è quello dell’insulina: anche quando l’insulina è presente in quantità sufficiente nell’organismo, possono appunto esserci dei problemi di “resistenza” all’insulina, e si può essere diabetici (di tipo II) anche se si produce abbastanza insulina. 

Un quadro per certi versi simile sembrerebbe presentarsi in certi casi per gli ormoni tiroidei, anche se qui resta ancora molto da ricercare e scoprire ma, come ho accennato in un precedente intervento, in molti casi, a quanto sostengono numerosi ricercatori, possono esserci dei problemi nell’utilizzo degli ormoni tiroidei anche se questi, nelle analisi, risultano presenti in quantità normali.

L’esame degli aminoacidi

Passando a sostanze diverse dagli ormoni: come medico che ha approfondito il settore della medicina ortomolecolare insistito spesso sul fatto che gli integratori (vitamine, minerali, aminoacidi ecc.) non vanno presi a casaccio, ma solo a seguito di un esame del quadro completo, nel quale in particolare venga accertata l’esistenza di effettive carenze .

Tuttavia non è sempre facile accertare la presenza sufficiente di determinate sostanze nell’organismo (vitamine varie, minerali, acidi grassi ecc.); a volte infatti l’accertamento della presenza di queste sostanze nel sangue, urina, saliva, ecc. può dare dei risultati ingannevoli, e non denotare effettivamente una sufficiente presenza ed utilizzo efficiente di queste sostanze nell’organismo. Vengono qui in aiuto alcuni tipi di test che trovo in genere utili e tra questi in particolare: l’esame del profilo degli aminoacidi nell’urina.

L’organismo ha bisogno di 22 aminoacidi per un buon funzionamento; otto di questi 22 sono degli aminoacidi essenziali, che il corpo non può comporre da solo ma deve assumere con l’alimentazione.

Effettuando l’analisi del profilo degli aminoacidi è possibile trarre indicazioni molto utili sul funzionamento di vari processi metabolici e sul funzionamento di fegato, reni, cuore e sistema immunitario.

Così ad es. dall’esame della presenza nell’urina degli aminoacidi citrullina, omocitrullina e GABA si può dedurre la presenza di problemi gastrointestinali. La presenza insufficiente di determinati aminoacidi può indicare una carenza di zinco, magnesio, calcio, vitamina B1, B3, B6 e B12.

L’esame degli aminoacidi

In caso di depressioni si nota un rapporto anomalo tra la presenza di serina e glicina, fenilalanina, tiroxina e triptofano, e così via.

L’effettuazione di questo test del profilo degli aminoacidi puo’ quindi offrire uno strumento diagnostico molto utile soprattutto nei seguenti casi: stanchezza cronica e dolori muscolari che non reagiscono ai trattamenti convenzionali e di cui non si trovi la causa, allergie, iperattività nei bambini, problemi neurologici, depressioni, problemi gastrointestinali cronici , infiammazioni croniche ed allergie.

Un discorso a parte meritano, nel campo diagnostico, le seguenti problematiche

  • la criptopirroluria
  • l’Omocisteina
Pochi hanno ancora sentito parlare di questa sostanza, che svolge un ruolo importante in quasi tutte le malattie croniche e nell’ invecchiamento precoce.

Il controllo della quantità di omocisteina presente nel sangue, come sostengono alcuni, sarebbe altrettanto, se non ancora più importante, di quello del colesterolo, poichè un tasso troppo elevato di omocisteina sarebbe una causa (o un indicatore – le opinioni in proposito divergono) concomitante, se non esclusiva, di molte tra le malattie più preoccupanti e diffuse, e cioè tutte quelle che colpiscono il sistema cardiocircolatorio (ipertensione, arteriosclerosi, infarti, ischemie) e inoltre diabete, depressione, impotenza, osteoporosi, emicrania, problemi di digestione, di vista ed altro.

L’omocisteina è una sostanza prodotta normalmente nell’organismo a seguito della metabolizzazione dell’ aminoacido metionina; in un organismo ben funzionante l’omocisteina è ritrasformata di nuovo in metionina, ed in questo processo sono prodotte altre due sostanze che hanno un’ importanza essenziale per la salute, la SAMe (nota per la sua efficacia antidepressiva, antiartritica ed epatoprotettiva) ed il glutatione (antiossidante e disintossicante della massima importanza); se questo processo di riconversione non avviene in modo sufficiente, queste due sostanze essenziali vengono a mancare all’organismo.

L’omocisteina è stata scoperta fin dal 1968 dal dr. McCully, che stava effettuando ricerche su una rara malattia genetica, l’iperomocisteinuria.

Ai bambini colpiti da questa malattia manca l’enzima che trasforma la tossica omocisteina in una sostanza innocua, e questi bambini in genere morivano in giovane età a causa di infarti o colpi apoplettici.

Le teorie del Dr.McCully sul danno derivante dall’eccesso di omocisteina non solo nei colpiti da questa rara malattia genetica ma in una buona parte della popolazione hanno dapprima incontrato una notevole resistenza negli ambienti medici.

Solo nel 1992 le sue teorie sono state messe alla prova ed hanno trovato conferma in studi su larga scala con la partecipazione di 14.000 medici.

L’esame degli aminoacidi

Una ricerca effettuata presso l’università di Bergen inNorvegia, con quasi 500 partecipanti di un’ età tra i 60-70, ha dimostrato che un abbassamento di 5 punti della quantità di omocisteina nel sangue andava di pari passo con una diminuzione del 49% del rischio generale di decesso, del 50% del rischio di decesso per cause cardiache, del 26% del rischi di cancro ed del 94% del rischio di decesso per altre malattie.

Controlli a campione hanno dimostrato che più del 50% delle persone di una certa età , in particolare se fumatori o già in non buona salute, ha valori di omocisteina troppo elevati.

Ciò nonostante l’accertamento della quantità di omocisteina nel sangue non è ancora tra i test normalmente prescritti nel corso degli esami medici di controllo.

E’ veramente peccato, anche perché i rimedi da mettere in atto nell’eventualità che il tasso di omocisteina risulti troppo elevato sono semplici e poco costosi da attuare.

Il principale è il seguente: per ritrasformare l’omocisteina in metionina l’organismo ha bisogno in particolare di alcune vitamine del gruppo B.

Può succedere che queste vitamine non siano presenti in quantità sufficiente, o a causa di una predisposizione genetica che fa sì che ne occorra una maggiore quantità per trasformare tutta l’omocisteina prodotta, oppure, nei casi più frequenti, a causa della generale carenza di vitamine B nel nostro attuale modo poco sano di mangiare oppure perché sono presenti altre cause o fattori nocivi che innalzano il fabbisogno di queste vitamine (fumo, diabete, vita sedentaria ecc.)

Attenzione però: ingurgitare qualche vitamina B in modo isolato e in proporzioni cervellotiche può essere controproducente ed aggravare la situazione.

Le vitamine B che hanno dimostrato efficacia nell’abbassare l’omocisteina e che vanno assunte contemporaneamente sono la vitamina B6 (100 mg), B12 (100 microgrammi) e folato (1000 microgrammi).

Vale comunque anche in questo caso la raccomandazione generale di non procedere da soli ma di consultare un medico esperto in questa tematica.