L’autismo nella storia o la storia dell’autismo? Al giorno d’oggi esperti ritengono che l’autismo sia presente da millenni; ma la storia dell’autismo è costellata di fraintendimenti con ripercussioni negative su numerosissime vite.
Nell’antico mondo, soggetti affetti da mali fisici appartenevano a 2 categorie: coloro che sopravvivevano e coloro che non sopravvivevano anche perché molti morivano giovani per assenza di trattamenti e cure mediche.
Trattasi invece di malattie neuropsichiatriche, tali soggetti solitamente si trovavano una loro sfera o nicchia privata; nelle famiglie povere, un capofamiglia non aveva voglia e tempo di occuparsi di un figlio (tra tanti figli) “strano” che si isolava per mancanza di mezzi economici e conoscenza.
Nell’arco della storia, l’autismo è stato sempre recepito come una strana e misteriosa affezione.
Nell’antica Roma i medici pensavano si trattasse di una forma di follia.
Durante il medioevo invece, non sorprendentemente si pensava che soggetti con l’autismo fossero posseduti da demoni.
Il primo caso ufficialmente descritto risale al 1747 ma le informazioni sono molto scarse.
Il secondo invece risale al 1798 quando venne utilizzato per la prima volta il termine “autismo” dal medico francese Jean-Marc Gaspard per descrivere il caso di un bambino chiamato Victor.
Parrebbe che questo bambino si isolò per 11 anni nella foresta vicino alla città di Aveyron e fu eventualmente trovato nudo, frastornato ed impaurito. Il bambino sembrava essere non udente e passava il suo tempo dondolandosi e sbucciando fagioli.
Il medico decise che si trattava di un imbecille/demente, si prese cura del bambino e sperimentò con programmi comportamentali. Prese appunti e scrisse un libro intitolato “Il bambino selvaggio di Aveyron”.
Il termine autismo viene utilizzato per la prima volta nel 1908.
Si inizia a diagnosticare l’autismo ufficialmente nel 1911 con lo psichiatra Eugene Bleuer. Da allora la diagnosi si è gradualmente “evoluta” fino all’attuale ASD.
Nel 1926, Crunya Sukhareva, psichiatra infantile a Kyiv (Kiev) pubblica un articolo in tedesco nel quale descrive sei bambini con tratti autistici.
Aumentano i numeri dei casi descritti quando nel 1936 la psichiatra Louise Despart a New York parla di 29 casi di schizofrenia infantile; molti bambini hanno dei tratti autistici. Nella classificazione si parla del concetto di “procrastination”, pubblica uno studio pubblicizzato in cui descrive i casi di 4 bambini autistici dai 6 – 11 anni. (procrastrinare/indugiare/rimandare).
Nel 1943 lo psichiatra Leo Kanter pubblica una ricerca in cui riporta i casi di 11 bambini che erano fissati con determinati oggetti ed erano molto resistenti a qualsiasi forma di cambiamento improvviso.
Nel 1944 il pediatra austriaco Hans Asperger, finanziato dal partito nazista, pubblica uno studio in cui descrive i casi di 4 bambini autistici da 6 ad 11 anni molto reclamizzato dal partito. Si tratta di uno studio di eugenetica che fa riferimento alla “purezza della razza”.
Nel 1949 “la palla” passa nuovamente allo psichiatra Leo Kanter. Lo scienziato si lascia andare, formulando l’ipotesi che l’autismo sia causato da “madri frigorifero”; come è implicito nel termine si tratterebbe di donne non in grado di amare il proprio figlio a sufficienza. Questa teoria è stata screditata.
In questi anni ci fu molto studio di natura psicoanalitica; si pensava che l’autismo fosse causato da prime esperienze di vita disfunzionali.
Il dr. Fred Volkmar, direttore del Child Study Centre (centro per gli studi dell’infanzia) alla Yale University riferisce: “A quei tempi non veniva preso in considerazione l’aspetto organico della biologia e della genetica che oggi sappiamo essere la causa dell’autismo”.
Nel 1952, nella prima edizione Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) dell’Associazione americana di psichiatria, (la 5ª edizione risale al 2013), bambini affetti dall’autismo sono “etichettati” come schizofrenici.
Pochi anni dopo, nel 1956, Leon Eisenberd pubblica l’articolo “The Autistic Child in Adolescence” (Il Bambino Autistico nel periodo dell’Adolescenza). Nell’articolo riporta i casi di 63 bambini seguiti per la durata di 9 anni.
Negli anni ’50 del secolo scorso c’è stato molto “fermento” per ciò che concerne l’autismo.
Nel 1959 lo scienziato di origini austriache Bruno Bettelheim pubblica un articolo sulla prestigiosa rivista Scientific American nel quale riporta il caso di Joey, un bambino di 9 anni affetto dall’autismo. Nel 1964 pubblica un articolo sull’autismo infantile (Infantile Autism: The Syndrome and Its Manifestations). Nell’articolo questo scienziato confuta l’ipotesi delle “madri frigerifero”.
Sempre nel 1964 il dottor Ole Ivar Lovars, psicoterapeuta clinico e creatore del noto movimento LGBTQ, inizia a lavorare su concetti comportamentali. È così che nasce ABA (Applied Behavioural Analysis). Pur trattandosi di una terapia attualmente praticata, alcuni affermano che causerebbe sindrome da stress post – traumatico.
Nel 1965 la Scuola Sybil Elgar inizia a prendersi cura di bambini affetti dall’autismo.
Lo stesso anno, genitori americani di bambini affetti dall’autismo si incontrano, fondando l’attuale American Autism Society.
Nel 1967 Bruno Bettheimer scrive Empathy Fortress (Fortezza dell’Empatia). Nell’opera continua a parlare di “madri frigorifero”.
Negli anni 1970 la psichiatra Lorna Wing inizia a parlare della sindrome dello spettro autistico (ASD, autistic spectrum disorder).
Nel 1975 esce la prima legge per tutelare bambini affetti da disabilità (The Education for Handicapped Children’s Act) negli Stati Uniti d’America.
1977: ricerche effettuate su gemelli dimostrano che l’autismo è causato da influenze genetiche e biologiche a livello cerebrale nelle prime fasi di sviluppo del cervello.
L’ “Autismo infantile” viene descritto per la prima volta nel DSM (manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali); il termine “autismo infantile” verrà successivamente sostituito con il termine “disturbi dell’autismo” e sono elencati una serie di sintomi per facilitare la diagnosi.
Lo psicologo dell’UCLA, professor Ivar Lovaas, pubblica il primo studio sull’autismo e dimostra che terapie cognitive possono apportare modesti benefici. Molti genitori sono pieni di speranze.
1980: nella 3ª edizione del DSM ci sono i riferimenti diagnostici per l’autismo infantile.
1990: bambini autistici possono essere tutelati dalla legge del 1975.
Nel 1998 il dottor Andrew Wakefield pubblica la sua famosa teoria circa i vaccini.
Lo stesso anno, nel celebre film Rain Man, Dustin Hoffman veste i panni di un autistico ormai in età adulta con una memoria fotografica; questo film è stato importantissimo per ciò che concerne la consapevolezza da parte delle persone nei confronti dell’autismo.
Nel 1999 Temple Gradin, affetta dall’autismo scrive un libro sulla sua malattia e come la vive (Emergence-Labeled Autism).
Un anno dopo, l”Associazione per la difesa di persone affette dall’Autismo (ved. www.autismsociety.org) mette a disposizione un fiocchettio per simboleggiare l’autismo e promuoverne la conoscenza a livello mondiale.
Nel 2003 pazienti affetti da autismo e sindrome d’Asperger fondavano la Regional Asperger Partnership (GRASP), associazione mondiale per fornire aiuti a soggetti affetti sia della sindrome di Asperger sia dall’autismo.
Lo stesso anno il dottor Bernard Rimland ed il professor Stephen Edelsen scrivono il bestseller Recovering Autistic Children.
Nel 2010 Andrew Wakefield viene radiato dall’ordine dei medici.
2013: La sindrome di Asperger viene aggiunta al manuale DSM V.
Nel 2020 si stima che, a livello mondiale, un bambino su 54 sia affetto da ASD. Questo numero aumenta a 1 bambino su 36 del 2023
… e la storia continua nella storia; ce la stiamo mettendo tutta per far sì che non continui in questo modo ab eternam.