Disturbi psicosomatici. Il problema con questo disturbo di natura psicologica estremamente invalidante è che i numerosi sintomi, chiaramente in base al sintomo in questione, sorgono in molti casi trattati con interventi chirurgici.

In effetti molti chirurghi confermerebbero che il disturbo psicosomatico si può manifestare in tutti i sensi anche sul soma (la parte biologica/corpo).

Se però è già difficile diagnosticare il disturbo psicosomatico e calcolarne la frequenza nella popolazione, lo è ancora di più trovare una correlazione tra il medesimo e la chirurgia.

Non mi arrendo facilmente e per molto tempo ho cercato statistiche sulle banche dati dei medici, ma questa volta temo di essere mi arresa.

Ho però trovato numerosi studi – che non cito per non annoiare il lettore – che parlano di un collegamento tra il disturbo psicosomatico e gli interventi chirurgici.

Il disturbo potrebbe essere il motivo oppure la conseguenza dell’intervento chirurgico ma equivale al famoso dilemma dell’uovo o della gallina.

Disturbi psicosomatici

La maggior parte degli studi che ho trovato in letteratura parla di collegamenti tra il disturbo psicosomatico ed interventi ortopedici e ginecologici; ma ce ne sono tanti altri, che vanno da interventi odontoiatrici a soggetti terminali affetti da sintomi psicosomatici.

Arrivando finalmente al nocciolo della questione, iniziamo a parlare di un potenziale collegamento tra disturbi psicosomatici ed i metalli e le sostanze tossiche.

Il libro “La Terapia Chelante” è stato pubblicato nel 2015; da allora ho avuto l’enorme piacere professionale di vedere centinaia di pazienti sia a studio, sia in videochiamata con la richiesta di un piano di terapia chelante per i seguenti motivi:

1. Prevenzione per la propria salute in soggetti di varie età

2. Terapia di supporto per patologie in soggetti che assumono farmaci

3. Post rimozione amalgama dentaria

4. Pre e/o post vaccini in infanzia e vaccino Covid 19

5. Per soggetti con sintomi vaghi potenzialmente attribuibili ad intossicazioni da metalli tossici.

I primi 4 motivi sono “cristallini”, il quinto invece è più “fumoso” quando si parla di malattie psicosomatiche e metalli tossici.

Disturbi psicosomatici

Da ciò che ho riscontrato in questi ultimi anni, è relativamente facile discernere tra una categoria e l’altra: nel libro c’è scritto molto chiaramente che l’eziopatogenesi – sia di un sintomo clinico sia di una vera e propria patologia clinica – è estremamente complessa.

Dipende da numerosi fattori tra cui l’età, il sesso, la genetica, l’epigenetica o da fattori ambientali ed altri fattori.

Faccio anche presente un altro dato fondamentale, ovvero il fatto che liberare l’organismo dai metalli tossici non può che apportare benefìci se un piano di terapia chelante è personalizzato MA che non si potrà mai scientificamente affermare che intossicazioni croniche da metalli tossici sia LA causa di tutti i mali del mondo.

Mediamente il soggetto psicosomatico è convinto che mediante una terapia chelante, essendo i metalli tossici LA causa del suo male, il disturbo migliorerà. Questo perché il soggetto è alla costante ricerca di cause fisiche e non prende in considerazione l’aspetto psicologico.

Pertanto ho visto casi di dolori diffusi generalizzati, problemi osteoarticolari, un caso di nevralgia del trigemino, dermatiti ed addirittura problemi neurologici, tra cui paralisi ed un caso di parkinsonismo.

Tutti avevano speso tanti soldi per analisi private ed alcuni credevano nella teoria delle scie chimiche. Sono dell’avviso che questo sia un peccato in quanto un supporto psicoterapeutico potrebbe alleviare la sofferenza.

Eppure, e questo lo dico chiaramente, questi soggetti hanno la stessa tipologia di referto per un’indagine sui metalli tossici così come lo hanno anche altri soggetti non – psicosomatici che  avevano richiesto la mia consulenza.