Il ginocchio e l’importanza del movimento fisico.
Contributo al sito del Prof. Francesco Franceschi della Dott.ssa Fiamma Ferraro, Medico Chirurgo, Medico in Medicina Generale e Medicina Complementare e Integrata. Potete trovare l’articolo anche sul sito del Prof. Franceschi, ortopedico specialista di spalla, ginocchio e anca a Roma.
“Chi si ferma è perduto.” Lo ha detto Dante Alighieri, e dal punto di vista delle nostre ginocchia come dargli torto?
Nella prima parte di questa serie di articoli (Corretta alimentazione per l’articolazione del ginocchio…esiste? e Le nostre ginocchia ci supportano… trattiamole bene) abbiamo appreso che:
- il ginocchio è un’articolazione complessa oltre ad essere la più grande articolazione del corpo umano
- il ginocchio può essere soggetto a processi infiammatori, degenerativi e traumi; il dolore che ne consegue può essere invalidante
- sul “mercato” ci sono tante “diete”, ne esce quasi una al giorno e non “levano il medico di torno
- le ginocchia hanno il diritto di essere “ben nutrite”
- la vera definizione di “dieta è: stile di vita
- l’unica “dieta” accreditata dalla letteratura scientifica è la Dieta Mediterranea: si tratta di una dieta variata e bilanciata
- il concetto della Dieta Mediterranea va mano nella mano con le raccomandazioni della prestigiosa America Heart Association: una dieta ottimale è una dieta bilanciata, variata e moderata; (come la Dieta Mediterranea
- un’assunzione costante e continuata nel tempo di un singolo alimento può dare luogo ad un’infiammazione: tale infiammazione è associata ad affezioni del ginocchio
…in questo articolo andiamo “un passo oltre:
Nell’abbinare una dieta ottimale ad un’attività fisica regolare, il soggetto artrosico agisce sullo stile di vita in generale, correggendo fattori di rischio; l’inattività è un fattore di rischio non indifferente anche nel contesto di altre malattie.
Un insieme di ansia, la preoccupazione di indurre ulteriore danno ai tessuti cartilaginei e la paura di intensificare dolore contribuisce a far sì che soggetti sedentari con artrosi al ginocchio non pratichino attività fisica.
Inoltre, la dipendenza dai farmaci analgesici, come purtroppo accade spesso, pone il soggetto in uno stato di passività ingravescente ed è facile affondare in una palude di depressione, collera, ansia e rassegnazione.
La passività, unita alla depressione, porta ad una progressiva inerzia e sedentarietà, che a loro volta contribuiscono ad aumentare l’infiammazione, locale e sistemica, che alimenta il dolore.
…una descrizione perfetta di un ciclo vizioso o del cane che si morde la coda. Passività e sedentarietà sono nefaste dal punto di vista del dolore perché riducono i livelli endogeni di tre neurotrasmettitori, la dopamina, la serotonina e gli oppioidi, che hanno una potente azione antalgica.
È dunque fondamentale agire sui propri aspetti sia comportamentali sia psicologici per cercare di motivarsi a muoversi di più, specialmente in caso di artrosi del ginocchio.
Sempre alla luce della propria condizione, nonostante l’artrosi, bisognerebbe invece mettersi in movimento.
A questo punto i soggetti in questione potrebbero affermare: “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare!” Vediamo allora perché un’attività fisica praticata regolarmente è così importante.
Abbiamo parlato di dieta/alimentazione nell’articolo precedente, e nel prossimo articolo parleremo di medicina ortomolecolare (un utilizzo mirato di integratori; ebbene, in soggetti sedentari non tutti questi preziosi nutrienti arrivano a “destinazione” (il ginocchio) in quanto vi è una stasi.
È noto che l’eccesso di peso è uno dei fattori di rischio modificabili principali non solo per l’insorgenza ma anche per la progressione dell’artrosi alle ginocchia.
I chili in più non fanno altro che aumentare lo stress alle ginocchia, incrementando il carico che questa articolazione deve sopportare.
Scarica emozioni negative in modo fisiologico, aumenta la produzione endogena non solo di neurotrasmettitori ma anche di endorfine (le “molecole della felicità).
A livello specialistico ortopedico, chirurgi con anni d’esperienza riferiscono che interventi di riabilitazione post chirugici hanno maggiori successi in soggetti che praticano attività fisica regolarmente.
Sempre nei limiti del possibile, l’attività fisica può avere degli effetti addirittura paragonabili a terapie farmacologiche. In base al caso in questione può diventare un complemento alla terapia farmacologica.
I seguenti tipi di esercizi possono rivelarsi alla portata degli individui con questo disturbo articolare:
Esercizi di rinforzo muscolare: con il rinforzo muscolare si irrobustiranno i tessuti fondamentali per l’equilibrio e la postura.
Esercizi di flessibilità/stretching: per recuperare o potenziare i movimenti.
Un impegno fisico a livello muscolare aiuta non solo per stabilizzare le ginocchia ed ottimizzare la postura; visto che fibre muscolari fungono da pompa, se le stesse sono più funzionali ne consegue che migliora in concomitanza l’irrorazione dell’articolazione, per cui anche l’apporto di nutrienti ed ossigeno.
Attività aerobica: indubbiamente il tipo di attività fisica più importante (qualora si fosse costretti a scegliere). Gli effetti di un’attività fisica praticata regolarmente sia per la prevenzione sia come strumento terapeutico sono ormai noti alla comunità scientifica. Per ciò che concerne le nostre ginocchia invece, essa aiuta a guadagnare un miglior livello di benessere in generale ed a controllare il peso corporeo. Un’attività fisica effettuata in modo ottimale aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa entro i limiti previsti dalla fisiologia; le ginocchia saranno più nutrite ed ossigenate.
Una pratica regolare di un’attività fisica aerobica è fondamentale. Possono essere sufficienti dai 10 ai 30 minuti al giorno; ed è più semplice di quanto non si pensi.
(Camminata veloce + qualche piano di scale se possibile, tapis roulant a varie velocità ed inclinazioni, Nordic Walking cyclette).
In casi più avanzati: camminate su superfici pianeggianti ed esercizi in acqua, utili per alleggerire il carico sulle articolazioni.
Sarebbe ottimale aggiungere esercizi di rinforzo e stretching, tenendo presente che si possono alternare i tre tipi di esercizi da un giorno all’altro.
Se l’artrosi è relativamente avanzata potrebbe essere necessaria una consulenza specialistica per valutare la “strada maestra” e non correre (visto che siamo in tematica!) rischi.
Sono da utilizzare con cautela invece programmi che presuppongano un elevato impatto sulle articolazioni, come nel caso della corsa sull’asfalto, pesi e sforzi eccessivi.
Nel prossimo articolo, parleremo di ginocchio e medicina ortomolecolare