Respiro e Yoga in una “Nuova” Luce. Il titolo di questo breve articolo è paradossale. Scrivo “nuova” luce in quanto non c’è nulla di “nuovo”, ma tutto da apprendere … oppure da ri-apprendere ex-novo.

Visto l’interesse rivolto al mio articolo “La Sublime Connessione Yoga e Respiro“, ho ritenuto opportuno scrivere questo secondo articolo per approfondire l’interessante tematica.

Illustrerò alcuni concetti dello yoga prima di arrivare al “nocciolo” della questione, ovvero il collegamento tra yoga e respiro, in base ai concetti ed agli insegnamenti di Buteyko e della sottoscritta autrice di questo articolo.

Inizio con una domanda ai “non addetti ai lavori” (ovvero coloro che non conoscono e/o praticano lo yoga): Cosa è realmente lo “Yoga”? 

La parola yoga viene dalla parola sanscrita “yui” (“to yoke” in inglese) che significa slegare. Andando un passo oltre, vi sono varie definizioni, ma propongo al lettore la definizione che a mio avviso è la più esauriente ed appropriata:
Lo yoga è una forma di unione tra sé stessi e l’universo; una sorta di presenza assoluta; l’unione tra corpo, mente, respiro ed universo. È soprattutto un percorso psico– fisico – emotivo – energetico il quale comporta allineamento dell’espressione del corpo e della mente negli universi.

Devo però confessare che la definizione sopracitata risale al 6 dicembre 2019, ma è stata ampiamente modificata dall’autrice di questo articolo dopo varie letture.

Ciò nonostante si rischia di affogare in un mare magnum mentale non appena letta la definizione “rivisitata”. Questo perché, come il lettore avrà già apprezzato dal primo articolo, è tutt’altro che facile sia insegnare sia apprendere “lo yoga” in modo ottimale se non si tiene in considerazione l’antica filosofia dello yoga.

L’aspetto a mio avviso più preoccupante è che sia al giorno d’oggi ma anche negli ultimi decenni, lo yoga non viene più insegnato come previsto negli insegnamenti originali.

Indipendentemente dalla bravura o meno dell’allievo e/o dell’istruttore, mettiamo in correlazione yoga ed un riaddestramento respiratorio fisiologico in base agli insegnamenti del professor K. P. Buteyko e dell’autrice di questo articolo: 

L’essenza dello yoga è rappresentata nell’Asana. L’origine di questo termine risale a secoli or sono. 

Il termine Asana significa letteralmente posizione confortevole mantenuta per lunghi profondi respiri. Pertanto le Asana sarebbero le posizioni che compongono lo yoga; scrivo “sarebbero”.

Innanzitutto il concetto di respiro “profondo” dice tutto e niente. Non dipende da quello che si fa ma da come lo si fa, come dico e scrivo sempre. Respirazioni non-fisiologiche profonde” potrebbero arrecare danni.

Per ciò che concerne un punto di vista teorico, come scrivo nel precedente articolo, occidente ed oriente si incontrano, ma purtroppo non è sempre così nella pratica. Nell’occidente le posizioni asane vengono in molti casi erroneamente scambiate per l’essenza dello yoga, ma in realtà, vista la connessione corpo-mente-psiche-livelli mentali su piani più alti di coscienza, dovrebbero essere le posizioni corporee che facilitano la meditazione tramite la quale lo studente dello yoga riesce a raggiungere stati di conoscenza e coscienza superiori. Pertanto, il termine Asana significa anche “posizione seduta e rilassata, meditazione e….”, (si provi a indovinare) “…respirazione”. Alcuni autori fanno anche riferimento allo stato di preghiera; ma preghiera, meditazione e respiro sono tutt’uno se ci si riflette, ovviamente sempre in base al punto di vista personale del soggetto. Il suffisso “as”, facente parte della parola asana, denota proprio la posizione seduta, rilassata, meditazione e respirazione.

Introduco un altro concetto prima di arrivare alle mie considerazioni su respiro-yoga.

In india il “guru” è una persona degna di rispetto e venerazione, colui che ha la responsabilità dell’insegnamento religioso ad un discepolo, una guida spirituale. Questo maestro spirituale ha indubbiamente superato il piano mentale dell’istinto e successivamente il piano della coscienza cosmica, in base agli insegnamenti della filosofia dello yoga. È affascinante notare che il significato della parola guru è “dal buio alla luce”; secondo l’interpretazione dell’Advaya taraka Upanisad, (14-18), il termine originale dalle parole gu – “oscurità” e ru – “svanire “. (Le Upanisad sono le pratiche ascetiche dello yoga).

In questo secolo, sia l’insegnamento dello yoga sia un riaddestramento respiratorio hanno in comune un aspetto: un insegnamento personalizzato è fondamentale. Nella filosofia dello yoga, l’insegnamento è individuale e basato su un rapporto a due tra guru e allievo. Questo perché gli allievi potrebbero non essere nello stesso stato psico-fisico-mentale-evolutivo (dal punto di vista della coscienza). Al giorno d’oggi in tanti casi l’insegnamento dello yoga sembra essere basato esclusivamente sull’ apprendimento delle singole asana, con indicazioni non sempre corrette attinenti ad una corretta respirazione.

Negli anni 1960 il professor Buteyko ribadiva con insistenza che il respiro è l’unica funzione fisiologica potenzialmente modificabile, ma anche la più individuale. Proprio come nell’antico yoga, anche lui insisteva sul fatto che l’insegnamento fosse personalizzato.

Al giorno d’oggi, sia lo yoga sia il metodo di respirazione in questione vengono spesso, ma per fortuna non sempre, insegnati in modo standardizzato a tante persone facenti parte di un gruppo. In alcuni casi non metto in dubbio che ciò possa essere funzionale, ma non è purtroppo sempre vero.

L’insegnamento delle asana è diventato costoso, commerciale ed a volte talmente acrobatico da essere potenzialmente pericoloso. Una corretta respirazione non esiste più. Eppure in base agli insegnamenti originali sia dello yoga sia di un riaddestramento respiratorio, la corretta respirazione è alla base.

Dal punto di vista di un riaddestramento respiratorio, possiamo parlare di un riequilibrio dei gas endogeni, mentre da un punto di vista dello yoga possiamo parlare di immagazzinamento del prana, l’energia vitale della vita e dell’universo.

Il messaggio fondamentale però è il seguente: l’importante è come si respira nell’arco delle 24 ore.

Respiro è vita ed il respiro può essere appreso in modo ottimale, come anche le asana dello yoga. Con un corretto insegnamento delle asana abbinate ad un riaddestramento respiratorio, è possibile. Finché non sia compenetrata dell’atomo divino, fare tanto per la propria salute, anche al giorno d’oggi.

Attendi il fiore che sboccia lentamente a seguito della bufera, Non prima di allora. La pianta cresce, si sviluppa, forma rami e fiori e germoglia e perdura finché finisce la tempesta, Ma finché la personalità completa dell’uomo non sia disciolta e depurata Finché non sia compenetrata dell’atomo divino che l’ha Creato per puro soggetto Da gravi esperienze Fino a che tutta la sua natura non ne sia evoluta ed abbia raggiunto il più alto io, Il fiore non potrà sbocciare.

Dal libro”La Luce sul Sentiero” di Yogi Ramacharaki

Ebbene, la vita è spesso una tempesta che ci induce ad iperventilare (respiro non ottimale). Nel momento in cui si calma il respiro mediante un riaddestramento respiratorio, si calmerà anche la mente; ciò aiuta ad affrontare meglio tempeste e bufere.