[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_row_inner row_type=”row” type=”full_width” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner][vc_column_text]

L’obesità è un fenomeno in forte aumento anche in Italia, in particolare anche tra i bambini. L’obesità è una malattia in se’ ma e’ anche un fattore che facilita/causa l’insorgere di molte altre patologie . No e’ quindi solo un problema estetico, ma un problema di salute molto serio, da prevenire e trattare con ogni possibile cura.
Alla riunione dello scorso febbraio della AAAS (Accademia americana per l’avanzamento della scienza) sono stati presentati i risultati di uno studio condotto dal Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie, in cui sono illustrati i risultati di test su animali in cui si dimostra l’esistenza di un chiaro collegamento tra l’obesità e determinate sostanze inquinanti. Queste sostanze, presenti nell’ambiente ed in contenitori per cibi, agiscono come “sregolatori endocrini”. Bruce Blumberg, biologo all’Università di California, Irvine, ha definito queste sostanze “obesogene”, in quanto producono effetti di tipo ormonale, che aumentano il numero di cellule grasse, che producono sempre più ormoni, segnalano un’esigenza di cibo e fanno ingrassare con sempre maggiore rapidità. Le sostanze incriminate sono soprattutto: il bisfenolo A, trovato presente, nel 95% delle persone testate, a livelli superiori a quelli che, negli esperimenti su animali, hanno causato aumento di peso. Questa sostanza è contenuta in molti pesticidi usati in agricoltura e in contenitori di bevande e cibi. Un’altra sostanza, la tributilina, interferisce sui meccanismi genetici del sistema riproduttivo e nei meccanismi che, negli animali, regolano l’attività delle cellule grasse. E ’contenuta in numerosi fungicidi agricoli e come agente antimicrobico in sistemi industriali per l’acqua, ed in contenitori di plastica. Retha Newbold, biologa, ha esposto i risultati dei suoi 30 anni di studio sul dietilstilbestrolo (DES) un potente estrogeno sintetico che era stato prescritto a donne incinte dal 1940 al 1971 ed era stato poi ritirato dopo essere stato sospettato di effetti cancerogeni. Preso da circa 8 milioni di donne (soprattutto in America), ha causato anormalità – tra cui, si sospetta, appunto la tendenza a rapidi aumenti di peso- nei figli e nipoti. E’ ancora usato negli allevamenti per far aumentare rapidamente il peso degli animali.
Quale conclusione operativa trarre da tutto ciò? Siamo ovviamente ormai circondati da molte sostanze inquinanti alle quali non è possibile sottrarsi, e credo che siano del resto da evitare apprensioni e preoccupazioni eccessive. L’organismo ha buone capacità di difesa, disintossicazione e rigenerazione. Credo però anche che, pur senza diventare “fanatici”, sia bene dedicare un minimo d’attenzione ad eliminare le sostanze inquinanti di cui possiamo facilmente fare a meno. Mi sembra quindi che sia consigliabile –non solo per non ingrassare ma per la salute in generale- comprare prodotti alimentari provenienti da agricoltura biologica (sono più cari, ma è meglio risparmiare sulla quantità che sulla qualità), ed evitare alimenti e bevande contenute in plastica e lattine.
Rinvio inoltre, sull’obesità, anche a quanto ho scritto sui fattori ormonali (in particolare sulla tiroide (essenziale per il metabolismo e l’equilibrio endocrino di tutto l’organismo) e sulla respirazione Buteyko (il modo di respirare ha una funzione essenziale sulla produzione d’energia dell’organismo, e quindi sul modo in cui si “bruciano” le calorie).

[/vc_column_text][/vc_column_inner][/vc_row_inner][vc_row_inner row_type=”row” type=”full_width” text_align=”left” css_animation=””][vc_column_inner][vc_empty_space][/vc_column_inner][/vc_row_inner][/vc_column][/vc_row]