Nell’articolo Covid-19 e Psiche  si è parlato del disturbo affettivo stagionale, caratterizzato da depressione, ansia, insonnia ed irritabilità, e del fatto che il lockdown  ha fatto   aumentare il numero di questi casi.
Ci sono vari tipi di depressione, da più a meno gravi, ma  si tratta comunque di  un’affezione che dovrebbe essere diagnosticata da un medico; pertanto è sconsigliato un approccio “fai da te”. Vediamo però quando è possibile  fare da sé.
 Esiste anche una forma di depressione meno grave che si chiama distimia; si tratta di un malumore e di una forma persistente di tristezza. Questa sensazione, spesso associata ad irritabilità e, specialmente in questo periodo post-Covid ad insonnia, potrebbe diventare relativamente frequente   Non tutte  queste sensazioni psicologiche problematiche diventeranno, per forza di cose, una vera e propria affezione psichiatrica. Questo discorso è molto delicato: temo che ci potrebbe essere un incremento di stati mentali psichiatrici in base a criteri diagnostici, ma sono dell’avviso che molti casi saranno pre-borderline. In termini pratici: se siete tristi, un po’ demoralizzati, nervosi, ansiosi e soffrite di insonnia, e siete sicuri al 100% che ciò sia dovuto soprattutto al lockdown, si può tentare un approccio “fai da te”, ma se  non ne siete sicuri è necessario  consultare un medico e/o uno psicoterapeuta
Nell’articolo “Psiche e Covid”, della dr.ssa Valresona abbiamo visto quanto è importante la ghiandola pineale, il microbioma, il rilassamento ed un atteggiamento mentale positivo. 

Ecco ora alcuni ulteriori suggerimenti, “fai da te” e privi di rischi, ma come ribadisco sempre, occorre rivolersi al proprio medico in caso di dubbi.

Melatonina
Fino a trent’anni fa si riteneva che la ghiandola pineale fosse sostanzialmente inutile. Alcuni scienziati ritenevano che si trattasse di un organo che nel corso della storia evolutiva dell’uomo aveva perso ogni funzione, fino a diventare superfluo. Oggi alcuni ricercatori hanno dedicato tutti i loro studi a cercare di comprendere questa ghiandola, che si è svelato non essere affatto superflua, ma anzi “il regolatore dei regolatori”, addirittura in grado di decidere la durata della nostra vita.
La melatonina si presenta allo stato naturale come un ormone prodotto da esseri umani, animali ed alcune piante. Negli uomini viene secreta dall’epifisi (o ghiandola pineale), una ghiandola posta alla base dell’encefalo rispettando quello che in medicina viene definito “ritmo circadiano”, ovvero della durata di 24 ore. La  funzione principale della melatonina  è quella di regolare i ritmi di sonno-veglia, mentre negli animali come anfibi e rettili regola ad esempio i cambiamenti del colore della pelle. Il termine fu coniato da ricercatori dell’Università di Yale che, nel 1958, furono i primi ad isolarla. Oggi viene venduta in farmacia ed in erboristeria sotto forma di pasticche, tisane e sciroppi soprattutto come tranquillante e regolatore di sonno; tuttavia ne esistono diverse varianti per diverse necessità.
Consiglio  in genere  la melatonina con aggiunta di zinco e selenio .  Lo zinco è un componente essenziale per più di 200 enzimi ed è uno dei più importanti oligoelementi del corpo. È quindi chiaro che si deve quotidianamente fornire dello zinco supplementare ad un organismo senescente, in modo che la melatonina possa svolgere meglio le sue attività antinvecchiamento -in un organismo con un livello ridotto di zinco- sull’intero sistema endocrino e immunitario. Anche il selenio è un elemento-traccia fondamentale del corpo e possiede potenti effetti anticancerogeni. L’agricoltura moderna e le nuove abitudini alimentari hanno drammaticamente ridotto l’assunzione quotidiana di selenio. Il selenio é essenziale perché possa svolgersi la reazione enzimatica responsabile della melatonina.
Dosaggio della melatonina: 
Tra i 40 e 50 anni d’età:da 1 a3 mg, sempre e solo di sera, all’ora di coricarsi (perentoriamente sempre alla stessa ora, con mezz’ora di tolleranza).
Altri effetti della melatonina:
Anti-invecchiamento: Valter Pierpaoli, lo scienziato famoso in tutto il mondo per la scoperta delle proprietà anti-invecchiamento della melatonina, ha dedicato  molti decenni per cercare di accedere al potenziale della ghiandola pineale e scoprire se ristabilendo i valori  di melatonina emessi in gioventù dalla ghiandola pineale il corpo possa  mantenersi in forma.
 Nel corso della nostra vita la ghiandola pineale si comporta come una vera e propria centrale adibita alla produzione di enormi quantità di energia, nonché al controllo ed alla regolazione di tutti i sistemi che esercitano un’ influenza nostro organismo.
Potenziali effetti anti-virali: uno studio scientifico approfondisce l’effetto che la melatonina potrebbe esercitare nel trattamento delle conseguenze cliniche indotte da Covid ed altre infezioni virali. I due autori, George Anderson e Russel J. Reiter, scrivono che “la regolazione dei percorsi melatoninergici possono essere un aspetto importante nei meccanismi mediante i quali i virus influiscono sui processi  che sono alla base della regolazione di funzioni cellulari.  A tale proposito numerosi studi recenti hanno evidenziano il potenziale curativo della melatonina somministrata a pazienti con una fase avanzata dell’infezione  da covid19.

Fitoterapia
Come non mi stanco mai di affermare, il magico mondo sella fitoterapia mette tante piante a disposizione per aiutarci. Nelle farmacie si trovano preparati efficaci in lievi casi di ansia. Come sempre, fatevi consigliare da un medico o da un farmacista di fiducia. I preparati dovrebbero contenere 2, 3 o più delle piante  sottoindicate,  che  possono essere efficaci in casi di: stress psicologico eccessivo, ansia, iperemotività, nervosismo, ipereccitabilità, irritabilità, agitazione, palpitazioni ed  addirittura fame nervosa: Griffonia,  Biancospino,   Escolzia ,    Passiflora,   Papavero, Liquirizia deglicerrizata ,     Amla (Emblica),   Bacopa,monnieri, Centella asiatica,  Galanga 

Iperico e depressione
L’erba di San Giovanni è una pianta officinale perenne semi-sempreverde appartenente alla famiglia delle Clusiaceae che fa parte della medicina tradizionale per via delle sue proprietà fitoterapeutiche, in particolare  quelle antidepressive ed antivirali.
  Tristezza costante, spossatezza, pessimo umore,  sensazione di oppressione e inadeguatezza; essere assillati da pensieri negativi per intere ore durante la notte, senso di abbattimento: sono tutti classici segni di depressione. Con l’aumentare dell’età, il rischio di soffrire di depressione aumenta per gli uomini tra il 10-12% e fino al 25% per le donne. Nel trattamento della depressione è interessante notare che negli ultimi anni alcuni medici  hanno iniziato a raccomandare l’utilizzo di una preparazione a base di erba di San Giovanni (iperico). Studi scientifici hanno dimostrato che i fitocomplessi di questa pianta hanno un impatto positivo anche sul sistema cardiovascolare, a differenza degli antidepressivi sintetici abitualmente utilizzati. Il   principio attivo  in questione  si chiama ipericina; vari studi hanno dimostrato che è efficace in casi di lieve depressione, ma assolutamente non in casi di gravi depressioni. Il vantaggio dell’iperico rispetto a farmaci convenzionali è che gli effetti collaterali sono minimi, se non assenti. Può però interferire con alcuni farmaci, motivo per il quale è necessaria una ricetta medica. Lo si trova anche nelle erboristerie, ma il contenuto di ipericina è minimo; il dosaggio terapeutico è invece fondamentale. L’iperico può essere prescritto da un medico con una certa esperienza nella diagnosi e gestione della depressione, per cui non necessariamente uno psichiatra. Ho prescritto l’iperico a tanti pazienti, con risultati soddisfacenti.

Il “secondo cervello”
Il sistema nervoso enterico (SNE) rappresenta una divisione anatomica del sistema nervoso autonomo ed è costituito da neuroni i cui corpi cellulari sono localizzati nei plessi intramurali della parete intestinale. Anche se strettamente connesso con i sistemi simpatico e parasimpatico, possiede capacità integrative sufficienti per consentirgli di funzionare anche  in assenza di informazioni provenienti dal sistema nervoso centrale. Il SNE è organizzato in due principali plessi neuronali: il plesso mioenterico (o di Auerbach), ed il plesso  sottomucosale (o di Meissner).
Il SNE è costituito da circa 500 milioni di neuroni nell’uomo (numero paragonabile a quelli che costituiscono il midollo spinale) suddivisi in circa venti classi funzionalmente distinte, da cui il nome di “second brain” o “brain-in-the-gut”(secondo cervello e cervello nell’intestino). Questo “cervello” gode di un’autonomia unica in tutto il sistema  nervoso periferico.
La serotonina è un neurotrasmettitore, popolarmente detto “ormone del buonumore ”; viene sintetizzato dal sistema nervoso centrale e da alcune cellule del sistema nervoso enterico. Questo dato è di un’importanza non indifferente, poiché una categoria di anti-depressivi (gli SSRI, selective serotonin re-uptake inhibitors, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) agiscono proprio a livello della serotonina e dei suoi recettori. Alcuni medici affermano di essere in grado di trattare depressioni  agendo esclusivamente sull’intestino,  definito   come  “secondo cervello”. Immagino che si tratti di casi lievi di depressione, ma rimane il fatto che il SNE è fondamentale per un benessere psico-fisico. Come aiutare il nostro SNE in un’era post-covid-19? Ricordiamoci  a questo proposito che una gran parte del nostro sistema immunitario “risiede” proprio nell’intestino. Ci sono vari approcci, ma uno dei più importanti è il tutelare il nostro microbioma. Lo possiamo aiutare assumendo prima pre-biotici per un certo periodo di tempo e successivamente pro-biotici. Il mio consiglio è di non assumere pro-biotici “alla cieca” (sul mercato ce ne sono molti), bensì di assumere soprattutto i ceppi di batteri benefici mancanti. A tale proposito si può effettuare un test specifico per il microbioma (esame delle feci) presso farmacie o laboratori specializzati. Per chi non ha la possibilità di effettuare il test, consiglio di variare la scelta dei pro-biotici.

Meditazione e rilassamento
Tecniche di rilassamento e meditazione possono essere d’aiuto in periodi particolari come questo. Ci sono studi condotti fin dal 1970 su una tecnica specifica, la meditazione trascendentale, che hanno evidenziato la sua efficacia nella diminuzione di ansia e stress e nel miglioramento della salute in generale. In seguito furono condotte altre ricerche e meta-analisi coinvolgendo altri metodi di meditazione. Nella loro analisi comparativa sugli studi scientifici sulla meditazione, pubblicata nel 2000 nell’International Journal of Psychotherapy, Perez-De-Albeniz e Holmes hanno identificato componenti in comune  propri di  tutti i metodi meditativi. Se la meditazione è praticata bene attiva la parte involontaria-parasimpatica del nostro sistema nervoso centrale , sinonimo di rilassamento e digestione. Viene meno la sensazione d’ansia, si abbassa la pressione arteriosa ed il respiro rallenta. Esistono varie tecniche di meditazione e di rilassamento e, come abbiamo anche visto nell’articolo precedente, è importante trovare quella giusta ed effettuarla bene, respirando poco, lentamente e con il diaframma. Sul web si trovano anche meditazioni guidate, musica rilassante ecc. La buona notizia è che bastano 10-15 minuti al giorno ma la costanza e perseveranza è fondamentale.

Il respiro
 
Respiro è vita, ormai lo sappiamo. Una respirazione ottimale riduce lo stress, l’ansia, abbassa la pressione arteriosa ed ossigena l’organismo. In questa fase post-covid19 le “Norme di buona condotta respiratoria” sono essenziali; (ved. il libro “Attacco all’asma… e non solo!)

Dr.ssa Fiamma Ferraro 

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