Saluti e terapia chelante.
Buongiorno a tutti i lettori. Spero che abbiate trascorso delle buone vacanze! Come forse avrete notato (ed anzi mi fa piacere vedere che qualcuno l’ha notato poiché varie persone mi hanno scritto per sapere come mai non ricevevano più il Notiziario ) ho fatto un po’ di vacanza anch’io e non ho scritto l’edizione di luglio ed agosto. Spero comunque che, come si fa in genere nelle vacanze, abbiate avuto il tempo di rilassarvi e di fare delle buone, interessanti letture. Tra queste, spero che abbiate letto anche la seconda puntata del mio articolo sulla terapia chelante, pubblicato sull’attuale numero di Scienza e Conoscenza (nr. 41). Se non l’avete letto, questo è il link: http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/terapia-chelante-come-funziona-effetti.php . Mi convinco sempre di più che, dopo aver messo a posto il proprio modo di respirare, preoccuparsi di eliminare i metalli pesanti e le varie tossine ambientali che tutti accumuliamo, è la misura più importante da prendere per restare/tornare in buona salute, e sull’argomento sto scrivendo un libro. Vi terrò al corrente!
-Vincitrice olimpionica a Londra dei 400 m di corsa respira da anni (dal naso, anche quando corre) in base al metodo Buteyko. Tra le nuove notizie inizio con questa, che ha fatto molto piacere a tutti coloro che si stanno sforzando di mettere a posto il proprio respiro con il metodo Buteyko.Aveva fatto abbastanza sensazione, tempo fa, vedere come la vincitrice alle Olimpiadi di Londra della gara di corsa dei 400 m., Sanya Richard-Ross, correva con la bocca chiusa. (ved. foto). Ne avevano parlato vari giornali e mi apprestavo a comunicarlo ai lettori per mettere nuovamente in rilievo l’importanza di respirare dal naso anche quando si fa movimento fisico.
Non conoscevo invece una notizia di cui abbiamo parlato in un incontro di istruttori di lingua inglese, incontro in cui si è commentato un fatto a quanto pare abbastanza noto negli Stati Uniti , e cioè che la vincitrice olimpionica Sanya Richard-Ross ha imparato e praticato il respiro Buteyko negli ultimi 8 anni con l’istruttrice texana Wendy LeBlanc-Arbuckle, (http://www.facebook.com/wleblancarbuckle ) che l’aveva accompagnata anche 5 anni fa alle Olimpiadi di Pechino, dove era giunta terza. Ancora più sorprendente è il fatto che questa atleta soffriva della malattia di Behcet (una sindrome infiammatoria autoimmune), e da 8 anni (più o meno da quando ha imparato a respirare con il metodo Buteyko), la malattia è scomparsa, tanto che i medici hanno detto che si era trattato probabilmente di una diagnosi sbagliata (ovviamente non potevano ammettere che fosse guarita semplicemente imparando a respirare meglio!)

Respirazione dal naso.
Sempre sull’argomento della respirazione dal naso, a questo link http://www.youtube.com/watch?v=Vw4KVoEVcr0 potete ammirare il video di una mamma gatta che si preoccupa di far tener chiusa la bocca al suo gattino (ed i gatti, come sapete, sono famosi per le loro “sette vite” e vivono più a lungo dei cani, che respirano spesso con la bocca aperta). In effetti non mi stanco mai di mettere in rilievo l’importanza del respiro dal naso: molti nel mettere in rilievo questo fattore insistono sul fatto che, nel respiro dal naso, l’aria viene umidificata, riscaldata, purificata da batteri e varie polveri allergizzanti-inquinanti, e su vari altri fattori benefici. Non viene invece mai messo in rilievo il fattore più importante: è cioè che quando si respira dal naso si inspira-espira un volume d’aria molto inferiore, e basta paragonare il volume dell’apertura della bocca da una parte e delle narici dall’altra per rendersene conto! Continuo a restare sorpresa dal numero di persone che considerano “normale” respirare dalla bocca, ma in realtà la funzione della bocca è quella del mangiare e del parlare e respirare dalla bocca è altrettanto “normale” quanto lo sarebbe il mangiare con il naso! Indubbiamente, il respiro è più importante del mangiare per la sopravvivenza e quindi la natura, che non ci ha dato un organo di riserva per mangiare, ci ha invece dato un organo di riserva (la bocca) per respirare, da usare in situazioni eccezionali, ma ricorrere all’organo di riserva anche in situazioni normali è del tutto innaturale.

Mal di testa. Che fare?
Molte persone soffrono di mal di testa/emicrania e mi chiedono se Buteyko possa essere efficace anche in questi casi. In realtà “respirare bene” non può che far bene anche per questo problema ma occorre procedere con cautela, di preferenza non da soli, poiché l’aumento della circolazione di sangue nel cervello può nell’immediato intensificare il mal di testa, (che può essere causato da diversi fattori) ; è quindi necessario, come raccomando sempre, procedere con cautela, con il passo giusto, senza voler forzare troppo il progresso.
Vi sono inoltre, per chi soffre di questi fastidiosi mal di testa, anche altri rimedi naturali efficaci. Quello che mi ha dato i risultati migliori è l’agopuntura con il metodo giapponese Yamamoto, unita a vari rimedi fitoterapici, a seconda della causa. Segnalo inoltre un altro rimedio interessante: la vitamina B2. In due recenti studi in doppio cieco condotti nel Belgio (ved. www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9484373) si è riscontrato che nel 55-60% del gruppo di pazienti ai quali erano stati somministrati 400 mg di Vit.B2 al giorno, dopo 3 mesi il numero di attacchi di emicrania si era dimezzato. A quanto pare la vit. B2 fa aumentare la produzione di energia nelle cellule del cervello.

Alzheimer o Parkinson? Forse si tratta di NPH!
Con l’aumento del numero di anziani aumenta anche la frequenza di queste malattie. Anche qui, il metodo Buteyko, migliorando l’ossigenazione del cervello, sarebbe molto utile, ma il problema è che è quasi impossibile indurre questi pazienti a fare gli esercizi necessari. Non posso quindi che insistere sul valore preventivo di una buona respirazione, per arrivare ad un’età avanzata con un cervello che funziona sempre meglio. Per coloro che invece soffrono di Alzheimer o Parkinson, vorrei mettere in rilievo una problematica di cui si sta iniziando a parlare molto negli USA e che da noi è ancora abbastanza sconosciuta, e cioè la possibilità che le persone nelle quali è stato diagnosticato l’Alzheimer o il Parkinson, soffrano in realtà di “idrocefalo a pressione normale- o idrocefalo normoteso” (abbreviato in genere in NPH dalle iniziali inglesi di “normal pressure hydrocephalus”). In queste persone si verifica un accumulo di un’eccessiva quantità di liquido cerebrospinale nei ventricoli cerebrali, e questo accumulo provoca una diminuzione del flusso sanguigno nel cervello, compromettendone il buon funzionamento. L’idrocefalo normoteso colpisce soprattutto persone di età compresa tra i 60 e i 70 anni ( ved. questo link per ulteriori dettagli: www.medtronic.it/tua-salute/idrocefalo-normoteso/index.htm ).
Mentre si pensava che questo problema fosse abbastanza raro, si sta ora accertando che la sua frequenza è molto superiore di quanto si pensasse; non è in realtà agevole diagnosticare quando si sia in presenza di un “normale” deterioramento del cervello e quando invece questo deterioramento sia provocato da un idrocefalo normoteso. Occorre recarsi in centri specializzati, ma ne vale a mio avviso la pena poiché la differenza fondamentale è che mentre l’Alzheimer o il Parkinson non sono curabili, l’idrocefalo normoteso è invece curabile con un piccolo intervento di lieve entità, e si sentono notizie su miglioramenti eccezionali nelle condizioni di anziani sui quali è stato appunto praticato questo intervento, diretto a far uscire il liquido cerebrospinale in eccesso.

 

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