Informarsi fa bene alla salute: il mio ultimo libro, “Nuova Guida alla Salute”, pubblicato da “Scienza e Conoscenza” (ved. www.scienzaeconoscenza.it/riviste/scienza_e_conoscenza_gold6_2013.php ) L’informazione è importante in tutti i campi, ma in questioni che riguardano la salute, ancor più che in altri settori, può essere di importanza vitale disporre di informazioni fondate ed aggiornate. Purtroppo anche in questo campo la collaborazione e comunicazione internazionale è carente: sperimentazioni ed aggiornamenti sull’efficacia di determinate terapie vengono ignorati o ripetuti in altri paesi. Si perde così un tempo prezioso per chi potrebbe trarre vantaggio da queste terapie.Mi sono pertanto sempre sentita in dovere, come medico che ha come scopo primario quello di contribuire alla guarigione, di diffondere le notizie su alcune scoperte e terapie non ancora abbastanza note in Italia (ovviamente dopo un accurato esame quanto alla fondatezza scientifica di queste terapie), aiutata, nell’acquisizione di notizie da ogni parte del mondo, dalla buona conoscenza di 5 lingue (per via del lavoro dei miei genitori ho frequentato le scuole e poi l’ Università in paesi di diverse lingue).Una parte del mio lavoro informativo è stata, nello scorso decennio, dedicata a Buteyko poiché il respiro è a mio avviso il fattore primario al quale occorre dedicare attenzione. Ho tuttavia dedicato molta attenzione anche ad altri settori, come ad esempio quello della terapia chelante, diretta a contrastare i danni alla salute che derivano dal nostro ambiente sempre più inquinato (ved. gli articoli pubblicati sui nr. 41 e 42 /2012 di Scienza e conoscenza ) e scrivendo libri ed articoli su vari altri argomenti. L’ultimo frutto del mio sforzo di ricerca in questi campi di vitale importanza è il mio libro “Nuova Guida alla Salute”, in cui parlo di medicina rigenerativa ed antinvecchimento, disintossicazione, ossigenazione, nutrigenomica, terapie elettromagnetiche e fotoniche, terapie cellulari, e scoperte sui biopeptidi del Prof. Khavinson dell’Istituto di Gerontologia di San Pietroburgo (come vedete, non è venuto meno il mio interesse per le scoperte mediche, come anche quelle del prof. Buteyko, estremamente avanzate e da noi poco conosciute fatte in paesi dell’ex URSS).Questo mio ultimo libro può essere acquisito, nella versione e-book, al seguente link:www.scienzaeconoscenza.it/riviste/scienza_e_conoscenza_gold6_2013.php

Effetti benefici del cantare in coro. Sono ormai poche le persone che dedicano ogni tanto un po’ di tempo al cantare in coro; anche nelle scuole purtroppo raramente lo si fa. Eppure questa attività è benefica non solo per lo sviluppo del carattere (il cantare in coro, a differenza del cantare da solisti, è diretto non al mettere in evidenza se stessi ma al raggiungimento di un bel risultato tramite un armonico sforzo fatto tutti insieme) ma anche per la salute. Cantare in coro infatti, come dimostrato anche recentemente in uno studio condotto dal prof. Vickhoff presso l’Università di Goeteborg- Svezia, fa aumentare l’aritmia sinusale respiratoria. Nel mio libro “Attacco all’Asma…e non solo” parlo a lungo dell’effetto benefico dell’aumento dell’aritmia sinusale respiratoria; questa aritmia è basata sul fatto che mentre si inspira il battito del cuore è leggermente più rapido, e mentre si espira è più lento, e più questa differenza è numericamente elevata, migliore è l’effetto per la salute, in particolare per il cuore. Nel mio libro, fin dalla prima edizione del 2008, cito l’infinità di studi che dimostra questo effetto benefico in molte malattie. Purtroppo anche in questo studio viene trascurato il fattore che, a mio avviso, ha la maggiore importanza nell’ottenere questo benefico aumento dell’aritmia sinusale respiratoria quando si canta in coro, e cioè il rilassamento e diminuzione dello stress, e quindi anche la conseguente tranquillizzazione del respiro ed attenuazione dell’iperventilazione. Molte volte ho potuto in effetti constatare, dopo un addestramento respiratorio Buteyko, che aumentava l’aritmia sinusale respiratoria.

Danno acuto polmonare: antiossidanti e omega-3 da evitare. Siamo sempre portati a pensare che certe sostanze benefiche non possano che far bene mentre, come non mi stanco di ripetere, anche le sostanze benefiche vanno prese “nella giusta misura”. Ciò vale soprattutto quando queste sostanze vengono prese sotto forma di integratori; se infatti vengono prese nella loro forma naturale, e cioè con gli alimenti, allora è difficile prenderne troppe, ma se vengono prese sotto forma di integratori allora un eccesso è facilmente possibile e questo eccesso esercita un effetto “farmacologico”, in certi casi potenzialmente dannoso (ne parlo più a lungo nel mio libro appena uscito “Nuova Guida per la salute “) e devono quindi essere prescritte da un medico esperto in terapia ortomolecolare.Un esempio lampante è ad esempio quello degli omega-3. Finché l’omega 3 viene assunto nella forma naturale (e cioè ad es. mangiando salmone o altri pesci che contengono, nel loro grasso, la sostanza dalla quale l’organismo ricava l’omega-3 nell’esigua quantità di cui ha bisogno, allora non si verificano effetti dannosi; se invece si assumono integratori con omega 3, allora in certi casi queste elevate-innaturali quantità possono bensì far bene ma in certi casi possono anche far male.Così ad es. un recente studio pubblicato sul periodico dell’Accademia medica americana (ved. JAMA. 2011 Oct 12; 306(14):1574-81) ha constatato che “i pazienti con danno acuto polmonare non traggono benefici dalla supplementazione quotidiana di antiossidanti, acido gamma-linolenico e acidi grassi Omega-3 che, anzi, potrebbero essere addirittura dannosi”. Questo risultato è stato constatato al termine dello studio Omega, un trial clinico multicentrico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo, condotto in pazienti con danno acuto polmonare, nei quali era in corso una ventilazione meccanica e nutrizione enterale. Il trial, svolto presso la Vanderbilt university school of Medicine di Nashville (Usa), ha confrontato un regime standard di nutrizione enterale con un regime che prevedeva l’aggiunta di acidi grassi polinsaturi n-3, acido gamma-linolenico e antiossidanti. Lo studio è stato interrotto anticipatamente dopo 28 giorni, poiché il regime nutrizionale addizionato con questi integratori è risultato peggiore per tutti i parametri misurati. I pazienti nel braccio di trattamento necessitavano infatti per un maggior numero di giorni del ventilatore (+3,2 giorni) e di cure intensive (+2,7) oltre a presentare una mortalità maggiore a 60 giorni (25,1% vs 17,6% nei controlli).

Ripresa delle scuole.  Con la riapertura delle scuole il Centro Americano per il Controllo e Prevenzione delle Malattie, rivolgendosi in particolare ai genitori di bambini asmatici (ed il loro numero negli Stati Uniti è particolarmente elevato) richiama, come ogni anno, l’attenzione dei genitori sull’importanza della qualità dell’aria negli edifici scolastici frequentati dai bambini. In effetti, sia per mancanza di fondi che per una insufficiente attenzione dedicata a questo fattore, tale qualità non è soddisfacente e numerosi studi condotti sia a New York che nel Massachusets, hanno constatato l’esistenza di un chiaro collegamento tra lo stato di decadenza di determinati edifici scolastici (con conseguenti muri umidi, muffe, sporcizia ed altri fattori negativi) e le percentuali di asma, allergie ed altri problemi negli scolari.In questo rapportowww.naturalnews.com/034690_schoolchildren_mold_air_quality.html#ixzz1juMJMiMK) si cita l’esempio di un bambino che durante le vacanze scolastiche era sempre pieno di energie, allegro ed in salute raggiante, mentre nei periodi di frequenza della scuola soffriva permanentemente di tosse, infezioni respiratorie ed altro. Ovviamente possono esserci altri fattori coinvolti (contagi da compagni di scuola, stress ed altro) ma nei casi in cui i genitori notano costantemente evidenti peggioramenti di salute –in particolare per i problemi respiratori- nei periodi in cui i figli frequentano la scuola, allora potrebbe valere la pena di accertare anche questo fattore.

 

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