Arriva l’inverno, accompagnato da un aumento dei casi di raffreddore ed influenza.
Si tratta in genere di un problema che in chi soffre di asma e/o altri problemi respiratori procura più disagio. Che fare per ottenere una più rapida cura o perlomeno prevenire complicazioni?
Se inizano a presentarsi i primi pur leggeri sintomi è bene cercare innanzitutto di capire se si tratti di sintomi di un’influenza o solo di un raffreddore. Chi ha effettuato la vaccinazione contro l’influenza è in genere portato a credere che non possa trattarsi di influenza e che si tratti di raffreddore o altri problemi. Tuttavia anche in chi si è vaccinato non sempre il vaccino funziona; si è visto infatti che i virus influenzali possono cambiare rapidamente da un anno all’altro e quindi non sempre la tipologia di virus impiegata nei vaccini, pur recenti, è efficace anche per tutte queste nuove generazioni di virus.
Pertanto per cercare di capire non appena possibile se stia iniziando un raffreddore o un’influenza può essere d’aiuto un’attenta valutazione dei sintomi, per individuare le misure opportune e per capire quando è bene ricorrere al medico.
Per quanto riguarda la distinzione tra raffreddore e influenza, ecco alcune differenze nei sintomi:
TOSSE : nel raffreddore è frequente, di solito secca; nell’influenza è frequente e più fastidiosa, e negli anziani o negli immunocompromessi è maggiore il rischio di sviluppare una polmonite secondaria.
FEBBRE : nel raffreddore è rara (più comune nei bambini) nell’influenza è frequente e dura 3-4 giorni con temperature spesso elevate.
DOLORI muscolari; nel raffreddore, lievi o assenti ; nell’influenza quasi sempre presenti e intensi
BRIVIDI: nel raffreddore, rari e comunque lievi ; nell’influenza, frequenti e intensi
STARNUTI : nel raffreddore, frequenti ; nell’influenza, sporadici
MAL DI GOLA : nel raffreddore , spesso presente, e nell’influenza più frequente e intenso
RINORREA : nel raffreddore, comune ; nell’influenza, sporadica
STANCHEZZA: nel raffreddore, lieve o assente; nell’influenza, frequente e intensa
STAGIONE: per il raffreddore, frequente da fine agosto a fine aprile ; per l’influenza, di solito nei mesi invernali
Quanto ai possibili rimedi: oltre ai farmaci, in vari casi necessari, prescritti dal proprio medico, vi sono numerose sostanze naturali che possono prevenire raffreddori ed influenze e che comunque possono spesso essere assunte anche in aggiunta ai farmaci per migliorare i tempi di guarigione, attenuare eventuali effetti collaterali e prevenire complicazioni.
Vi sono infatti varie sostanze naturali che potenziano il sistema immunitario, tra le quali alcune hanno anche un effetto antivirale ed antibatterico.
Tra queste cito solo alcune delle più note e popolari:
-La più nota è forse la vitamina C ma un “errore” molto comune è quello di ricorrere alla vitamina C o ad altre sostanze benefiche solo quando si avvertono i primi sintomi, ma a questo punto è già tardi: i virus causanti il raffreddore o l’influenza sono ormai penetrati all’interno delle cellule, e tali sostanze riescono solo, in certi casi ed in dosi elevate ad attenuare la sintomatologia. L’approccio ottimale è quello di rinforzare il sistema immunitario, ad es. anche solo con integratori a base di vitamina C , iniziando magari verso l’inizio di settembre (ma le stagioni sono ormai abbastanza imprevedibili ed anche i continui sbalzi di temperatura -dal caldo al freddo e viceversa- non aiutano!)
–Qui di seguito indico degli esempi di terapie dirette a prevenire e curare raffreddori ed influenze :
Vi sono vari preparati fitoterapici con effetto antibatterico ed antivirale, come ad es. Echinacea, Propoli , estratto di semi di pompelmo e vari altri e per questi è bene ricorrere ad un medico esperto in fitoterapia che possa dare consigli su dosaggi e modalità d’assunzione (estratti, tintura madre ecc.)
Vi sono inoltre molti altri integratori naturali che, oltre a rinforzare in genere il sistema immunitario, hanno spiccati effetti sia anti-virali che anti-batterici.
Ne cito qui solo alcuni, iniziando dalla radice di Andrographis paniculata che, a quanto si è visto in alcuni studi, ha la rara capacità di sopprimere i virus nocivi prima che penetrino dal sangue all’interno delle cellule, ed ha anche un notevole effetto anti-infiammatorio .
Un’altra sostanza – di particolare importanza per l’Italia- è poi l’oleuropeina, estratta in particolare dalle foglie dell’albero d’olivo e che si trova anche nel rivestimento verde delle olive e nell’olio d’oliva. Numerosi studi hanno dimostrato le spiccate proprietà antivirali ed antibatteriche nonché altri importanti effetti benefici dell’oleuropeina, di cui parlo nell’articolo nr.2.
Altre armi preziose contro raffreddori ed influenza (e per molti altri problemi di salute) ci vengono anche dalla micoterapia: le straordinarie proprietà benefiche di numerosi funghi medicinali sono da secoli impiegate nella medicina orientale mentre da noi le qualità risanatrici di questi funghi sono state studiate ed accertate in tempi relativamente recenti ma, visti i risultati ottenuti, l’impiego di integratori a base di funghi medicinali sta crescendo sempre di più anche da noi. Riporto qui solo alcuni esempi in relazione al raffreddore ed influenza: il fungo Reishi, il Coriolus ed altri hanno spiccate proprietà antivirali ; l’ Agaricus è un potente regolatore del sistema immunitario. Vi sono poi numerosi altri funghi medicinali (Hericium, Cordyceps, Maitake, Shiitake ed altri) di notevole efficacia per molti altri problemi di salute.
Restando tuttavia sulla tematica del raffreddore ed influenza devo aggiungere alcune righe in relazione a quella che, in vari articoli (ved. ad es. questo link (www.scienzaeconoscenza.it/blog/medicina-non_convenzionale/com-e-composto-il-microbioma ) ho definito come “la rivoluzione della medicina”, e cioè la scoperta delle eccezionali proprietà del microbiota ( il complesso dei microrganismi presenti nel nostro organismo) e del microbioma (il complesso dei geni di questi microrganismi). Si è passati dalle poche centinaia di studi reperibili all’inizio del 2000 alle attuali migliaia, e il numero continua a crescere sempre più rapidamente, in particolare sui 2 kg di microrganismi che popolano il nostro intestino, ed è ormai lampante come il tipo e la quantità di questi microbi intestinali giochi un ruolo determinante per la nostra salute. Ciò nonostante solo una piccolissima parte dei microrganismi che compongono il microbiota è stata finora identificata, il che non sorprende, dato il numero stratosferico di questi microrganismi (e tra questi microganismi, designati genericamente con il nome di “microbi”, sono compresi batteri, virus, lieviti, funghi, elminti e parassiti vari).
-Quanto ho scritto sopra su batteri e virus in relazione a raffreddore ed influenza suscita l’impressione (prevalente fino a non molti anni fa) che virus e batteri presenti nel nostro organismo siano nocivi mentre in realtà, come scrivevo sempre per “Scienza e Conoscenza”, gli scienziati “fino a poco tempo fa avevano identificato solo dei microbi nocivi, e solo recentemente è emerso il fatto che i microbi nocivi costituiscono solo una piccola parte dei microrganismi contenuti in un organismo umano (il microbiota di una persona in buona salute contiene l’80% di microbi che promuovono la salute e solo il 20% di microbi che possono essere nocivi ma che, in un organismo sano, vengono in genere tenuti a bada dall’80% dei microbi benefici).
Con questo complesso enorme di cellule microbiche che ospitiamo ci troviamo pertanto, per la maggior parte del tempo, fortunatamente in una situazione di pacifica convivenza e reciproco sostegno, poiché la stragrande maggioranza di questi microrganismi esercita un effetto benefico sul nostro organismo ed è anzi essenziale per la nostra vita. …. non solo per la digestione e nutrizione ma per la salute di tutto l’organismo umano .
Questa nuova “ scienza del microbiota” sta procedendo rapidamente ma, come osserva lo scienziato Dave Reilman, Ph.D., della Stanford University, «soltanto lo 0,4% circa di tutte le specie batteriche esistenti è stato identificato».C’è quindi ancora molta strada da percorrere, anche perché fino a pochi anni fa nella pratica medica veniva dedicata un po’ di attenzione solo a quella che veniva definita come “flora intestinale”, consigliando magari solamente (e nemmeno sempre) di prendere, dopo le cure con gli antibiotici, un po’ di probiotici. “
Nel lettore sorge a questo punto spontaneo l’interrogativo: “dato il ruolo benefico della maggioranza dei microbi, qual è il microbo/probiotico da prendere per contrastare il raffreddore/influenza?” A questa domanda, dato l’enorme numero di microbi, identificati solo in minima parte, e data la diversa composizione del microbiota individuale, diverso in ognuno, non è possibile dare una risposta sicura; è stato constatato l’effetto generale benefico tra l’altro anche per raffreddore/influenza di alcuni probiotici, come il lactobacillus rhamnosus , il lactobacillus reuteri e di vari altri lattobacilli e bifidobabatteri. Tuttavia poiché l’effetto benefico per la salute è collegato non solo alla quantità percentuale (almeno l’80% dei microbi benefici rispetto a quello dannosi) ma anche alla varietà dei microbi benefici presenti, conviene comunque assumere dei probiotici contenenti la maggior possibile quantità e varietà di tipologie di batteri benefici, ed in particolare per la prevenzione, è bene assumere buone quantità di prebiotici, e cioè di nutrienti che alimentano i probiotici benefici.
Sull’argomento vi sarebbe ancora molto da scrivere ma concludo con la raccomandazione più importante che, come i lettori di questo Notiziario possono immaginare, riguarda il modo di respirare. Per prevenire e trattare anche raffreddore/influenza occorre innanzitutto respirare “bene”, intensificando un pochino la frequenza degli esercizi Buteyko di respiro e preoccuparsi di respirare costantemente – ed in particolare quando si esce all’aria aperta- dal naso e non dalla bocca. Quando infatti si respira dal la bocca, oltre all’inevitabile conseguenza dell’iperventilazione, un ulteriore effetto dannoso è che l’aria fredda dell’inverno non viene un po’ riscaldata e parzialmente depurata da microbi e sostanze inquinanti, come invece avviene quando si respira dal naso.
2- Diabete ed olio d’oliva
Tra i rimedi per raffreddori ed influenza e per potenziare il sistema immunitario ho sopra menzionato l’oleuropeina (contenuta nelle olive e soprattutto nelle foglie dell’olivo).
Nella “Giornata mondiale del Diabete” del 14 novembre scorso la stampa internazionale ha dato ampio rilievo ad un recentissimo studio che prova le rilevanti qualità antidiabetiche dell’olio d’oliva e dell’oleuropeina in esso contenuta.
E’ ben noto (ne ho parlato anche nel mio libro “Attacco alle diete uguali per tutti) il fatto che la “dieta mediterranea” è una delle più sane al mondo, e sta emergendo il fatto che uno dei componenti benefici più importanti della dieta mediterranea è appunto l’olio d’ oliva (ved. in proposito anche quanto ho scritto su “Scienza e Conoscenza” (www.scienzaeconoscenza.it/blog/alimentazione_cura_malattie/grassi-fanno-bene-o-fanno-male )
La stampa internazionale ha ora pubblicato vari articoli in cui si osserva che proprio l’alimento con il più alto potere calorico, potrebbe essere utile nella cura del diabete grazie alla sua capacità di ridurre i livelli di glucosio nel sangue dopo i pasti. Questi articoli, nel mettere in evidenza le straordinare proprietà dell’olio d’oliva, menzionano in particolare un recentissimo studio dell’Università della Sapienza di Roma. In questo studio, pubblicato sul British Journal Clinical Pharmacology, si è constatato come l’oleuropeina, uno dei componenti dell’olio d’oliva, è in grado di ridurre la glicemia post-prandiale. Gli studiosi si sono concentrati su un gruppo di persone sane alle quali sono stati somministrati 20mg di oleuropeina Confrontando i risultati con il gruppo di controllo (placebo) dopo due ore dal pasto, i ricercatori hanno osservato una riduzione significativa della glicemia solo nel gruppo dei partecipanti che avevano assunto i 20mg di oleuropeina; in questo gruppo, due ore dopo il pasto, vi erano in sostanza gli stessi livelli glicemici presenti prima del pasto.
Questa ricerca, come si osserva, apre nuove prospettive per combattere il diabete anche con sostanze naturali come l’oleuropeina -presente non solo nell’olioma anche nelle foglie dell’ulivo,- e ne sono stati constatati effetti benefici anche per la prevenzione delle complicanze cardiovascolari del diabete. Un interrogativo che a questo proposito mi viene in mente (una volta tanto non per quanto riguarda la salute ma in relazione agli interessi dei nostri agricoltori ) è: ma perché, data l’eccezionale quantità e qualità degli alberi d’olivo in Italia, la maggior parte dei nostri agricoltori, quando provvedono a potare i rami degli olivi, non cercano in di utilizzare anche le foglie dei rami potati, o le foglie cadute durante la raccolta delle olive, facendole magari subito portare ad esperte ditte erboristiche affinché ne estraggano l’oleuropeina? Non sono esperta quanto queste tecniche di estrazione, e tanto meno sulle modalità di coltivazione e della raccolta delle olive ma chi è esperto potrebbe magari approfondire questa prospettiva!
3- Una nuova scoperta sulle eccezionali possiblità derivanti dallo sviluppo della scienza del microbiota/microbioma
Anche nel mio precedente Notiziario parlavo di questa tematica, accennando alle nuove importantissime ricerche dell’Università di Harvard, in cui si osserva che “si è solo all’inizio degli sforzi diretti ad analizzare l’intero microbioma ……. il nostro è solo il primo passo di quello che sarà un lungo percorso verso la comprensione del modo in cui le differenze nel loro contenuto genetico guidano il comportamento dei microbi e modificano il rischio di malattie”.
Così ad es. è ora emerso ancora un nuovo meccanismo, di cui non è chiaro il funzionamento, tramite il quale il microbiota influisce sul nostro organismo. Questo meccanismo potrebbe essere di particolare interesse anche per sportivi e palestre!
In queste ricerche si è constatato , tramite una sperimentazione sui topi, come delle vibrazioni coinvolgenti tutto il corpo abbiano il potere di provocare cambiamenti nel microbioma e di attenuare le infiammazioni
Queste “vibrazioni coinvolgenti tutto il corpo” menzionate negli articoli inglesi come WBV (whole body vibration) si ottengono nelle persone tramite delle sedute anche brevi su pedane vibratorie, (entro un ambito specifico di frequenze vibratorie, del genere di quelle che si trovano in alcune pedane in varie palestre) ; e finora nessuno avrebbe immaginato che la composizione del microbioma (e quindi degli effetti derivanti per la salute da questa composizione) potesse essere influenzata anche dalle vibrazioni. Nello studio pubblicato nel giugno scorso sull’International Journal of Medical Science (ved. https://www.mdpi.com/1422-0067/20/13/3125/htm ) è stato constatato , nei topi sottoposti alla WBV (vibrazione di tutto il corpo) un aumento generale della quantità di batteri intestinali benefici, ed in particolare una moltiplicazione pari a 17 volte nel contenuto del batterio Alistipes , che a quanto pare svolge un ruolo essenziale contro l’infiammazione, e nell’esperimento in questione è stato inoltre osservato un notevole effetto antidiabetico.
– Appare pertanto evidente come sulla tematica del microbioma- microbiota siano necessari ancora molti anni di studi: pochi avrebbero immaginato che delle vibrazioni provenienti da una pedana potessero influenzare anche la composizione del microbiota facendo aumentare la presenza di batteri benefici nell’intestino! Si era propensi a pensare che il microbiota potesse essere modificato –in bene o in male- solo con l’introduzione nel nostro organismo (per via orale, tramite la pelle, con iniezioni ecc.) di sostanze materiali, come i probiotici, antibiotici, farmaci, cibi fermentati ed altro. Ed invece a quanto pare anche altri elementi, come il movimento, le vibrazioni derivanti da onde acustiche (prodotte da musica, suoni, rumori vari) e da onde di altra natura, come quelle elettromagnetiche e luminose , possono esercitare effetti –benefici o dannosi- non solo sulle nostre cellule umane ma anche sulle cellule microbiche contenute in particolare nel nostro intestino in numero molto superiore alle nostre cellule umane, ed influire pertanto sulla composizione del nostro microbiota e quindi sulla nostra salute!