Problemi gastrointestinali: indigestione e bruciore di stomaco

Uno dei problemi di digestione piu’ comuni consiste nella percezione, dopo mangiato, di una sensazione di bruciore, di riflusso acido e di gonfiore.

La produzione di acido gastrico, indispensabile per una buona digestione, tende a diminuire con l’età, e la sua mancanza causa sintomi simili a quelli dell’eccesso di acidità.

Prendere preparati contro l’acidità di stomaco in questi casi dà un sollievo a breve ma provoca problemi; secondo alcuni la ipocloridria (scarsa produzione di acido gastrico) sarebbe uno dei problemi più sottodiagnosticati, in particolare nei pazienti anziani.

Vi sono dei test che consentono di stabilire se si produce troppo o troppo poco acido gastrico.

Le medicine contro l’acidità di stomaco sono tra le più vendute in assoluto e vengono spesso prese (senza consultare prima il proprio medico poiché ve ne sono numerose in vendita senza necessità di ricetta) ogni volta che si sente un bruciore di stomaco, riflusso acido, gonfiore, pesantezza o altri problemi di digestione.

L’acido gastrico, erroneamente considerato un “malfattore”, è invece, nella giusta quantità, indispensabile per una buona salute; e la buona salute dipende spesso dalla produzione di “giuste quantità” di sostanze che, pur nocive se in eccesso, causano problemi non inferiori quando non ve ne è una quantità sufficiente.

Problemi gastrointestinali: indigestione e bruciore di stomaco

Vediamo un attimo le principali funzioni dell’acido gastrico, il quale è indispensabile per:

1) una buona digestione, ed in particolare per l’assimilazione delle proteine e di molti minerali e vitamine, tra cui in particolare la B12. E’ noto che in mancanza di acido gastrico l’assorbimento della vitamina B12 viene ridotto all’1% del necessario;

2) la disinfezione del cibo, poiché l’acido gastrico aggredisce e distrugge i batteri indesiderati contenuti nel cibo mangiato. Quando quest’acido manca, prendono il sopravvento batteri e funghi che causano problemi di cattiva digestione, flatulenza ecc.

Tra i pochi batteri che hanno escogitato meccanismi per difendersi dall’acido gastrico vi è l’helycobacter pilori, responsabile dell’ulcera, un tempo appunto attribuita all’acidità di stomaco ed invece causata da questo batterio; (quando tuttavia è già presente un’ulcera bisogna purtroppo spesso ricorrere, temporaneamente, anche a preparati contro l’acido gastrico poiché la mucosa gastrica, già indebolita, non sopporta più le normali-benefiche quantità di acido presenti nello stomaco).

Basta considerare l’importanza di queste funzioni per rendersi conto dei guai e problemi di salute che può provocare una insufficiente produzione di acido gastrico, e dei problemi che può causare l’assunzione di preparati che fanno diminuire l’acidità di stomaco nei casi in cui questa è già scarsa.

Secondo alcuni medici sarebbe difficile sopravvalutare l’importanza dei problemi causati dalla mancanza di quest’acido.

L’altro importante fattore da considerare è che la produzione di acido gastrico, abbondante in gioventù, inizia a calare verso i 50 anni, proprio quando in genere iniziano anche i problemi di digestione e altri acciacchi.

A volte peraltro la produzione di acido gastrico stenta a decollare anche durante l’infanzia, ed alcuni ricercatori hanno in passato messo in rilievo un collegamento tra l’ipocloridria (mancanza appunto di acidità di stomaco) e problemi di asma ed allergia nei bambini, ed hanno formulato l’ipotesi che quando l’asma infantile sparisce con la crescita, ciò avviene appunto perché, superata l’infanzia, la produzione di acido gastrico si è normalizzata. (Sull’argomento dell’asma e delle sue cause rinvio peraltro a quanto ho scritto nel mio libro ed in altre pagine, in particolare per quanto riguard l’importanza del modo di respirare).

Problemi gastrointestinali

Il problema è ulteriormente complicato dal fatto che i sintomi della carenza di produzione di acido gastrico sono molto simili a quelli provocati dall’eccesso del medesimo, ed anche il fatto che un eventuale bruciore diminuisca quando si prendono preparati antiacidità non indica necessariamente che è presente un eccesso di acidità: anche in questi casi può esservi una mancanza, che provoca una cattiva digestione, gonfiore, e quindi una risalita delle pur insufficienti quantità di acido verso l’ esofago, che non ha la protezione contro l’acidità di cui gode invece la mucosa gastrica, e quindi percepisce un bruciore.

I preparati contro l’acidità, bloccando la produzione di acido, fanno sparire il bruciore ma rendono ancora più inefficiente la produzione di acido ed alla lunga peggiorano il problema.

Come fare quindi a stabilire se si soffre di un eccesso o di una carenza di acidità di stomaco senza ricorrere a test complicati ed invasivi (o costosi, come l’introduzione nello stomaco della capsula di Heidelberg? )

Un test empirico, anche se non sicuro e preciso, consiste nel provare a bere, insieme ai pasti, un po’ di aceto (un cucchiaio diluito in un bicchiere d’acqua; questo test è peraltro controindicato in chi già soffre di ulcera o di problemi seri).

Se si vede che la digestione migliora è probabile che si sia in presenza di ipocloridria, in caso contrario di ipercloridria.

A parte questo test, -ripeto, non molto preciso ed in alcuni casi controindicato- a forza di cercare ho infine trovato, in un laboratorio inglese, un altro test interessante, che ho consigliato ad alcuni miei pazienti con buoni risultati.

Problemi gastrointestinali

In sostanza, come ho messo in rilievo anche per la respirazione, la salute non dipende tanto dalla quantità di aria respirata o di cibo mangiato ma piuttosto dal modo in cui l’ossigeno o il cibo introdotto viene assimilato all’interno dell’organismo, e questa assimilazione dipende anche dalla presenza di sostanze spesso messe in “cattiva luce” e combattute (l’anidride carbonica per l’assimilazione dell’ossigeno e l’acido gastrico per quella del cibo), che in eccesso sono sicuramente nocive ma che, nella giusta quantità, sono indispensabili.