Avvelenamenti “Storici” nella storia. Nell’affermare che i metalli tossici siano praticamente ovunque, lo sono non solo nella storia, ma anche nei delitti. Nella storia l’avvelenamento è considerato un mezzo poco nobile, utilizzato da chi agisce per motivi abietti, in nome di una causa ingiustificabile.
“Il veleno è stata l’arma di chi agisce nell’ombra e vuole nascondere la propria responsabilità. Chi uccide con il pugnale o con la spada lo fa pubblicamente, assumendosene la responsabilità e rivendicando i motivi dell’atto violento…”. (Georges Minois)
Nerone, il folle imperatore di Roma, prese il potere dopo che sua madre aveva avvelenato il precedente imperatore Claudio con dei funghi tossici. Lo storico Gaio Svetonio Tranquillo scrisse a riguardo: «Anche se non fu l’istigatore della morte dell’imperatore, ne era stato quantomeno informato, come ammise lui stesso». Più di un secolo dopo, un altro imperatore romano, Commodo, fu tradito dalla moglie che aiutò alcuni senatori congiurati ad avvelenare il cibo di un banchetto: l’imperatore riuscì per la verità a salvarsi vomitando il cibo appena mangiato. I congiurati decisero allora di pagare il suo istruttore di lotta per ucciderlo.
Pare che almeno cinque papi siano stati uccisi. Clemente II morì misteriosamente nel 1049. Novecento anni dopo il suo corpo fu riesumato e furono scoperte tracce di piombo, anche se non è chiaro se l’avvelenamento fosse stato intenzionale. Nel 1979, papa Giovanni Paolo I morì dopo 33 giorni di pontificato: sulla sua morte ci sono diverse teorie, tra cui una che sostiene che sia stato avvelenato. Emsley spiega che di solito i casi di avvelenamento hanno motivazioni politiche o economiche.
Gli avvelenamenti diventarono relativamente frequenti nell’età elisabettiana; Shakespeare scrive di morti per avvelenamento nelle sue opere più famose.
In realtà furono gli italiani ad essere pionieri della materia; procurarsi arsenico era molto facile, visto che era un prodotto di scarto della lavorazione del rame. Nelle canne fumarie dei forni delle fonderie si trovavano questi perfetti cristalli bianchi, ovvero arsenico. In realtà si tratta di ossido arsenioso, solubile in acqua e insapore; un modo perfetto per uccidere qualcuno senza che si accorgesse del pericolo.
Lo storico Emsley chiama il diciannovesimo secolo “l’epoca d’oro degli avvelenamenti da arsenico”, sostanza che era tra l’altro a basso prezzo e facilmente reperibile in tutta Europa e negli Stati Uniti. È stato anche il periodo in cui l’avvelenamento venne associato alle donne. «Era difficile in quel periodo per una donna ottenere il divorzio, ma era piuttosto facile ottenere una dose di arsenico: era venduto anche come insetticida e erbicida. La gran parte dei casi di avvelenamento del diciannovesimo secolo erano donne che cercavano di uccidere i loro mariti».
Si sospetta che anche Beethoven e Mozart siano morti per avvelenamento, anche se le prove sono poche. Hugo Chávez, ex presidente del Venezuela, era così certo che l’eroe rivoluzionario Simón Bolívar fosse stato avvelenato che ordinò una riesumazione 200 anni dopo la sua morte in diretta televisiva: i test per provarlo furono inconclusivi.
Altre riesumazioni recenti includono quelle del poeta cileno Pablo Neruda e del leader palestinese Yasser Arafat. Un particolare caso di avvelenamento diventò simbolo della Guerra Fredda.
Ancora più strano fu l’avvelenamento di Alexander Litvinenko, un ex agente dei servizi segreti russi, rifugiato a Londra dopo aver denunciato pubblicamente alcuni suoi superiori. Litvinenko si ammalò pochi giorni dopo essersi incontrato con alcuni agenti segreti russi in un albergo di Londra. La malattia durò poche settimane, poi Litvinenko venne ricoverato in ospedale: perse i capelli, dimagrì notevolmente e diede pubblicamente la colpa per la sua condizione a Vladimir Putin. Litvinenko morì, ma le autorità sono riuscite dopo anni di indagini a stabilire che il polonio usato per ucciderlo era arrivato dalla Russia.
Si dice che il tossicologo sia colui che studia le sostanze che causano la morte, in realtà la tossicologia è una disciplina che si occupa di analizzare quelle sostanze che non solo causano morte, ma in alcuni casi possono proteggere da morte sicura.
Intorno alla metà del secolo XIX la tossicologia ha intrecciato il suo destino con il campo delle discipline forensi, quando soprattutto negli Stati Uniti, si sono diffusi gli omicidi per avvelenamento. In realtà dati storici affermano che gli omicidi per avvelenamento risalgono a periodi antecedenti al secolo XIX, ma i coroner implicati nell’accertamento delle morti per cause sospette, non possedevano le competenze medico-legali necessarie per poter distinguere con certezza una morte causata da avvelenamento ed essendo eletti dai politici, erano quindi facilmente corruttibili dai politici stessi.
Quando le conoscenze in ambito forense erano limitate, non era noto che il veleno una volta somministrato, potesse agire in maniera sospetta senza lasciare tracce, in questo modo la sua rivelazione da pare degli investigatori, risultava assai difficile. Oggi la tossicologia si avvale del contributo di discipline che utilizzano metodiche complesse quali i test immunologici (con l’utilizzo di anticorpi specifici), quelli cromatografici e spettroscopici, che consentono di poter trarre utili informazioni a partire da reperti biologici, ritrovati sulla scena del crimine.
Poisoning: from ancient times until modern era (avvelenamenti nel corso della storia: dai tempi più remoti ai tempi più moderni), di E. Nepovimona et al, pubblicato nel 2019 sulla rivista Archives of Toxicology: Gli avvelenamenti nella storia dell’umanità fanno parte di una rete di misteri, intrighi, esperimenti scientifici, genialità, curiosità, incidenti, disastri naturali ed altro, ma soprattutto delitti, sia passionali sia non. D’altronde la conoscenza degli effetti negativi di molti metalli in termini di tossicità è ormai noto da secoli. Già Paracelso faceva presente che sono pochissimi le sostanze non-tossiche, è il dosaggio della sostanza in questione che conta; tale concetto è uno dei pilastri della tossicologia moderna. Nei secoli scorsi, avvelenamenti di delitti connessi con metalli tossici rappresentavano il “crimine perfetto” visto che non lasciavano tracce; anche perché i segni ed i sintomi di tossicità erano analoghi a sintomi causati da patologie varie.
Grazie a metodiche analitiche tossicologiche odierne, è molto più difficile per un criminale “farla franca”. Vi è però una maggiore conoscenza nella “creazione” di sostanze tossiche, un dato non irrilevante.
Nel fare riferimento ad un effetto dose-dipendente, Paracelso aveva ragione; Ecco un esempio interessante: l’arsenico è un elemento assai diffuso in natura, essendo presente nel suolo, nell’acqua, nelle rocce e di molti tessuti umani e vegetali; l’uomo ne assume una piccolissima dose quotidianamente. Eppure lo stesso elemento è stato denominato “il re dei veleni”, ed a tale proposito sono anche stati scritti i libri. Sempre nel corso dei secoli e decenni, morti e morbidità causate dell’assunzione di arsenico, sia intenzionale sia accidentale sono state all’ordine del giorno.
Vediamo brevemente qualche esempio:
Dioscorides, medico greco alla corte dell’imperatore romano Nerone nel primo secolo parla delle proprietà dell’arsenico in termini di “veleno perfetto”; non ha odore, tanto meno sapore, ed essendo quasi invisibile, sparisce negli alimenti.
Molti avvelenamenti dopo, pare che addirittura Napoleone Bonaparte sia stato avvelenato con arsenico, come risulterebbe da analisi di autentificazione effettuate su alcuni capelli.
Ci sono addirittura stati avvelenamenti in questo secolo. Tapan Misra, scienziato e ricercatore indiano di fama internazionale, si occupa di ricerca spaziale, vincitore i due premi, nel 2004 e 2008. Vittima di un tentato allevamento con arsenico nel 2017.
Il mercurio è un altro veleno “famoso”. Pare che VoWolfgang Amadeus Mozart sia deceduto per via di un avvelenamento cronico causato da farmaci contenenti mercurio che stava assumendo per trattare la sifilide.
Come lo è il caso per l’arsenico, anche il mercurio è stato e lo è tuttora, una “star” in vari casi di avvelenamenti, sia voluti sia accidentali.
Ad esempio, un articolo della giornalista Meagan Flynn del gennaio 2020 parla di una morte sospetta di un procuratore dopo avere mangiato un sandwich a pranzo contenente mercurio.
A giugno del 1997, la scienziata Karen Wetterham muore in Canada mentre stava conducendo un esperimento sul mercurio, di cui una certa quantità le cadde sui guanti latex.
Verrebbe quasi da affermare che questi crimini e delitti, e di recente ce ne sono stati molti con la talidomide, in modo particolare in Cina, sono più intriganti rispetto ad una “banale” terapia chelante!
Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare i seguenti link: