L’infiammazione è all’ordine delle 24 ore. Studi recentissimi fanno riferimento ai seguenti 2 tipi di processi infiammatori: l’infiammazione transitoria e quella cronica. Negli ultimi anni molti autori mettono in rilievo questa importante differenza in quanto il concetto dell’infiammazione cronica sta assumendo maggiore importanza nelle malattie croniche e nell’invecchiamento.                                             

A tale proposito cito un articolo affascinante: “Chronic Inflammation in the etiology of disease across the lifespan” di David Fuman et al. pubblicato nel 2019 sulla rivista Natural Medicine

Gli autori fanno presente che episodi intermittenti di infiammazione sono essenziali per la sopravvivenza della specie; trattasi infatti di un fenomeno del tutto fisiologico, riparativo per post-traumi ed infezioni.

Negli ultimi decenni invece stili di vita efferati, inquinamento ambientale, stress psico-fisico ed altri fattori sociali hanno fatto sì che in moltissimi casi lo stress sia diventato cronico, a livello sistemico e non più esclusivamente localizzato in singole zone. Mancanza di attività fisica e sedentarietà, alimentazione non ottimale, fumo, alcol ed altro fanno parte di questi fattori sociali e stili di vita errati. 

Oltre un secolo fa si poteva forse affermare che “l’infiammazione è all’ordine di alcuni giorni”, ma purtroppo di questi tempi pare essere all’ordine delle 24 ore.

L’infiammazione cronica è stata associata a disturbi cardiovascolari, tumori, diabete mellito, disfunzioni renali, epatopatie ed altro.  Inoltre, l’infiammazione cronica è anche stata associata all’invecchiamento, (ved. ad esempio “Aging and Inflammation”, Singh et al pubblicato nel 2024 su Cold Spring Harbour Perspective Medicine, una rivista mensile online).

La recente pandemia da COVID 19 fa pensare ad una singola parola: infiammazione (ved. ad esempio l’articolo “Changes in markers of Inflammation and their correlations with deaths from Covid-19 in the intensive care unit” pubblicato sulla rivista Cytokine da Andressa Ambuja Pias Weber e colleghi nel 2024).

Molti medici vi racconteranno che, dopo questa strana pandemia, sembra proprio essere aumentato il numero di infiammazioni in tutte le fasi di età.

Le cellule principali coinvolte nei processi infiammatori appartengono al sistema immunitario ed il concetto affascinante è che tali cellule comunicano tra di loro attraverso la sintesi e la liberazione di mediatori chimici prodotti da loro stesse. Questi mediatori chimici possono anche essere denominati “messaggeri”; ed a questo punto ci addentriamo nel misterioso mondo delle citochine/interleuchine.
Questi messaggeri chimici possono essere sia pro-infiammatori sia anti-infiammatori, in base alle esigenze specifiche dell’organismo.

Le prime citochine “scoperte” nel 1974 sono state l’interleuchina 1a e l’interleuchina 1b; ma la ricerca continua ed è più recente la notizia riportata sul Sole 24 Ore circa la “scoperta” dell’lnterleuchina 11.

Uno studio del 1994, “Interleuchin 11” di S. Kobayashii pubblicato sulla rivista Leukemia and Lymphoma, parla in generale di questa citochina ma ciò che è emerso ancora più recentemente è che “spegnere” questa proteina potrebbe aumentare la longevità: è “fresco di stampa” (17 luglio 2024) lo studio “Inhibition of IL-11 signalling extends mammalian healthspan and lifespan” di A. Anisea, pubblicato sulla celebre rivista Nature.   

È invece diventata “famosa” l’interleuchina 6 nel triste periodo dei  casi di infezione da COVID 19 (dimostratasi efficace in 6 casi) in quanto rinforza la difesa immunitaria a livello sistemico ed è direttamente correlata alla gravità dei sintomi riportati.    

È possibile combattere l’infiammazione cronica?

Immagino che chi sia interessato alla lettura di questo articolo stia già facendo del suo meglio in termini di prevenzione (respirazione ed alimentazione ottimali, regolare attività fisica, cura del proprio microbiota, terapie di disintossicazione sporadiche ed altre). 

Dopodiché, per combattere le infiammazioni croniche, avendo effettuato le consuete analisi del singolo caso in termini diagnostici, la medicina integrata ha molto da offrire.

Sempre in base al tipo di problema i rimedi sono tanti, tra cui per es. Vitamina D3, curcumina, capsaicina, bromelina, micoterapia per infiammazioni sistemiche, artiglio del diavolo, creme a base di arnica per problemi osteoarticolari, ed altro.

Andando però ancora più “in profondità”, l’omotossicologia consente di “regolare” molti processi infiammatori alla radice mediante l’utilizzo di citochine. Pertanto è anche possibile tentare di regolare l’Interleuchina 11 mediante delle preparazioni galeniche in farmacie specializzate.

La microimmunoterapia invece è di grande aiuto per patologie virali croniche.

In base alla diagnosi del caso è possibile abbinare 2 o più di questi rimedi. Inoltre è possibile assumerli in concomitanza ad eventuali trattamenti farmacologici, potenziando il loro effetto terapeutico, e generalmente i costi sono contenuti.

Concludo osservando che medici e farmacisti esperti in questo campo saranno in grado di darvi dei buoni consigli per una … “Buona anti – infiammazione”!

Per approfondimenti, si possono leggere i seguenti articoli:

Fitoterapici: l’importanza nella cura dei processi infiammatori

Fitoterapia

Microimmunoterapia (MIT) che cos’è?