Notizia shock o non shock? Inquinamento ambientale e autismo. Le cause del disturbo dello spettro autistico sono state dibattute degli ultimi decenni. Tra i molteplici fattori, scatenanti presi in considerazione vi è anche l’inquinamento ambientale. Ecco dunque una notizia purtroppo poco rassicurante.

Come non citare questo studio fresco di stampa: An ecological study shows increased prevalence of  autism spectrum disorder in children living in heavily polluted areas, pubblicato il 26 luglio 2024 sulla nota rivista Nature di Annamaria Moschetti, Manuela Giangreco e Alessia G. Servidio; si tratta di uno studio trasversale sociologico dell’anno 2020 che ha preso in considerazione bambini dai 6 – 11 anni e non per la prima volta nella storia di ricerche importanti i ricercatori sono italiani (come si evince dai nomi). 

La premessa dello studio è sia che la prevalenza dell’ASD pare essere aumentata a livello globale, sia che si fosse già in precendenza ipotizzato un potenziale ruolo scatenante dell’inquinamento; Taranto è sembrata una città ideale per l’obiettivo di questo caso di studio, visti i tristemente noti impianti siderurgici.

I ricercatori hanno calcolato la prevalenza dell’ASD nel comune di Taranto paragonata ed altri 27 comuni nella stessa provincia.

I ricercatori si sono avvalsi del Chi Square Test (un metodo di verifica delle ipotesi). La conclusione è stata che vi è una discrepanza statisticamente significativa nel numero di bambini affetti da ASD nel comune di Taranto rispetto agli altri comuni della stessa provincia. I numeri sono inquietanti: a Taranto 66 su 100 bambini sono affetti da ASD, negli altri comuni invece una media comune è di 9,8 su 100.

Notizia shock o non shock? Inquinamento ambientale e autismo

Riporto inoltre gran parte di un articolo dal titolo “Ci sono più bambini autistici a Taranto. Lo studio su Nature delle aree inquinate” di Luciano Manna pubblicato su Vera Leaks:

Nella letteratura scientifica questo è il primo studio che dimostra la prevalenza dell’autismo in un contesto altamente inquinato rispetto ad altri comuni non industriali della stessa area geografica: si riportano chiaramente il numero dei bambini affetti da autismo nella provincia di Taranto. Al report scientifico, condotto nel 2020 e pubblicato su Nature il 26 luglio 2024, hanno lavorato diversi dottori e pediatri, tra cui anche alcuni tarantini, ma ad oggi non si sa perché, nessuno ha citato questo studio così esclusivo e netto nei risultati né, pare, ci sia stata una divulgazione sulla stampa locale o una presentazione dei dati alla cittadinanza al fine di far prendere loro più coscienza di un quadro ambientale già abbastanza noto a tutti i ceti sociali del territorio ionico. Pur considerando la ponderanza scientifica, il risultato dello studio è chiaro: in un’area altamente inquinata da diossine, furani, ipa e pcb la prevalenza del disturbo dello spettro autistico è più alta rispetto agli altri comuni non inquinati della stessa provincia e di un’altra provincia della stessa regione, in particolare per i bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. Tra l’altro questo studio, confrontando i dati della provincia di Taranto con quelli di altri studi li trova coerenti con quanto è stato osservato in coorti più studiate, come quella di Duisburg, in Germania, nel distretto della Ruhr. Allora non ci rimane che leggere il report scientifico…. 

Come commentare lo studio? Perlomeno a novembre del 2024 la notizia è su TG Leonardo. Stiamo comunque parlando di qualche anno fa ormai, e non credo che la situazione sia migliorata. Mentre è vero che non stiamo parlando di metalli tossici, una terapia chelante fatta su misura dovrebbe arrecare beneficio visto che i metalli tossici ed altre tossine vanno mano nella mano. In teoria tutti i tarantini si dovrebbero sottoporre ad una terapia chelante, ed in modo particolare una donna che sta contemplando una gravidanza.

Alcune osservazioni: Lo studio risale al 2020 e immagino che lo status quo non sia di certo migliorato, anzi.

Lo studio parla di diossine ed altre sostanze chimiche tossiche che si accumulano a livello ambientale ed anche nella catena alimentare. Lo studio però non fa nessun riferimento ad altre tossine e metalli tossici che indubbiamente “non mancano” in una città così inquinata; una misurazione “completa” sarebbe praticamente impossibile dal punto di vista di progettazione di uno studio. E purtroppo ormai siamo consapevoli del fatto che metalli tossici ed altre tossine vanno allegramente “mano nella mano” e si potenziano negativamente a vicenda.

66 su 100 bambini è un numero spaventoso, ma anche la media comune di 9,8 su 100 negli altri comuni è da prendere sul serio; praticamente 1 bambino su 10.

Notizia shock o non shock? Inquinamento ambientale e autismo

Come abbiamo appreso nel paragrafo precedente, la famosa e ormai superata teoria del dottor Wakefield prendeva in considerazione i virus nel vaccino mentre i genitori hanno preso in considerazione il mercurio contenuto nei vaccini in quegli anni. Ipotizzo che quel mercurio non era l’unica tossina presente negli organismi di bambini in cui si è scatenato l’autismo poco dopo il vaccino bensì che abbia trovato altri “compagni” tossici in bambini predisposti da un punto di vista genetico e/o epigenetico.

Una notizia positiva però è il fatto che lo studio è stato citato a metà novembre su TG Leonardo.

Quali conclusioni trarre se non prendere in considerazione un protocollo di terapia chelante personalizzato? Come dico sempre, in medicina non ci sono garanzie, ma è certo il fatto che tentar non nuoce. Trattasi ovviamente di città molto inquinate, cosa dire?

Per ulteriori approfondimenti, si possono consultare anche i seguenti link:

Metalli e vaccini

L’autismo nella storia o la storia dell’autismo?