La magia del Micobiota, “scoperto” nel Microbiota. Purtroppo o per fortuna non si torna indietro con il tempo; ma perché scrivo questo?

Alcuni lettori si potrebbero ricordare che è da prima del 2010 che scrivo sulla tematica del microbioma/microbiota e -meglio tardi che mai- da diverso tempo non si fa che parlare d’altro, come è giusto che sia.

Anni fa erano pochi i medici che consigliavano l’assunzione di probiotici in concomitanza ad un trattamento con antibiotici; non dico che ciò oggi sia lo standard, ma il numero di medici che lo fa è indubbiamente in aumento.   

Ricordiamoci che il microbioma è la totalità del patrimonio genetico espresso dal microbiota; il microbioma essendo il genoma del microbiota e cioè di tutto il complesso dei microorganismi presenti nell’organismo.

Forse ancora più affascinante è il fatto che il microbiota pesa mediamente 1,5 kg ed il vispo lettore avrà sicuramente notato che i termini microbiota e microbioma sono intercambiabili.

Negli ultimi decenni ha iniziato ad emergere sempre più letteratura scientifica sulle funzioni e l’importanza del suddetto microbiota in quanto questi geni sono complementari ai geni dell’uomo: ne mantengono lo stato di salute e benessere psico-fisico, addirittura prevenendo o fungendo da terapia per numerose patologie; supportano le funzioni del sistema gastrointestinale, lo sviluppo del sistema immunitario e la sintesi di molecole.

Se ho parlato dello stato “psico”-fisico di salute vi è un motivo preciso: se l’intestino dell’organismo umano viene anche denominato “il secondo cervello”, è perché vi sono recettori della serotonina anche in tessuti cosiddetti non-neuronali, quali l’intestino.

La serotonina è il neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore ed è pertanto possibile trattare alcuni casi di depressione non grave mediante un’azione mirata sul microbiota. In base a studi recenti parrebbe che il microbiota possa essere di supporto anche in casi di affezioni cardiovascolari.

A questo punto, forse alcuni lettori avranno notato che il titolo di questo articolo si riferisce al micobiota e non al microbiota e si staranno chiedendo il perché.

Entra in scena il Micobiota
umano

In linea generale, quando si pensa al microbioma/microbiota si ha la tendenza a pensare ai “batteri buoni” ed ai “batteri cattivi”; ma questo non è il caso.

In termini di definizione, il termine microbiota è riferito alla popolazione complessiva di microrganismi: batteri, funghi, virus e protozoi. È pur vero che i batteri costituiscono circa il 98% del microbiota, ma non si può non tenere presenti anche gli altri “condomini”.

Il micobioma non è ancora tanto noto quanto lo è la componente batterica del microbiota, ma pian piano inizia ad emergere sempre più letteratura scientifica sull’argomento.
Fino ad oggi sono stati identificati oltre 260 taxa (categorie sistemiche) di funghi nel microbiota umano; la colonizzazione nell’intestino da parte di questi funghi inizia poco dopo la nascita e nell’arco della vita è influenzata sia da fattori endogeni sia da fattori esogeni.

Proprio come è il caso per i ceppi batterici, anche queste taxa dovrebbero convivere in armonia, nel senso che nessuna taxa dovrebbe prendere il sopravvento e predominare; un noto esempio è la vaginosi da Candida Albicans.  

Pur trattandosi di una parte quasi infinitesimale del microbiota, il micobiota svolge un ruolo essenziale per il mantenimento dell’omeostasi nell’organismo umano: influenza l’asse intestino – cervello mediante meccanismi di signalling intracellulare, esercita un’influenza a livello del sistema immunitario, interagisce con gli altri microrganismi nel microbiota, è associato a numerosi processi fisio-patologici fino al punto che vi possono essere manifestazioni cliniche e, specialmente in età pediatrica, il ruolo del micobiota potrebbe essere fondamentale per la salute, ma sarebbero necessari ulteriori studi.

Vi sono dei test per il micobiota?

Per la popolazione batterica presente nelle feci, che si rileva mediante il test del microbioma fecale, si utilizza la cosiddetta tecnica di sequenziamento shotgun. Il test del microbiota fecale batterico è disponibile in vari laboratori in Italia, ma non è ancora così per ciò che concerne il micobiota. Per tale scopo sono necessarie tecniche di sequenziamento di nuova generazione, disponibili a tutt’oggi solo in contesti di ricerca.

La Micoterapia           
                                                       
La micoterapia è una branca della fitoterapia che si avvale di funghi con proprietà benefiche per l’organismo umano (funghi medicinali); si riferisce che oltre 4000 anni fa la micoterapia costituiva uno dei gioielli della medicina tradizionale cinese.

I funghi medicinali sono particolari in quanto vengono definiti come adattogeni, e cioè come sostanze adattogene, che si “adattano” in modo particolare all’organismo nella gestione di vari insulti derivanti da stress, tossine, agenti patogeni ed altro.
Oltre a servire per il benessere in generale e per la circolazione sanguigna, i funghi sono noti per la loro azione di modulazione a livello del sistema immunitario, proprio come sembrerebbero esserlo le taxa di un micobioma sano.       
Acuni micoterapici molto conosciuti sono ad es. i funghi Ganoderma, Cordiceps, Shitake, Astragalo.                                       

Come aiutare il proprio Micobioma  

 In uno scenario più che “giustificato” di “quidpro quo”, si darebbe per scontato che, se per riequilibrare la componente batterica sono oggi disponibili i prebiotici, probiotici e postbiotici, sarebbe logico supporre che la micoterapia sia la terapia di scelta per una disbiosi del micobioma. Non è così per 2 motivi, il primo essendo che per ora non esistono ancora test ed il secondo perché i funghi medicinali sono taxa diverse rispetto ai miceti del micobiota; i miceti del micobiota appartengono alla flora dell’organismo mentre gli altri crescono su terreni con determinate caratteristiche. Visto però il fatto che il micobiota “risiede” in un microbiota con un’elevatissima percentuale di batteri, un piano personalizzato per una disbiosi batterica è di grande supporto anche per il micobiota.

Consiglio terapeutico

In linea generale una persona su 14 ha una disbiosi; a mio avviso è automatico che vi possa essere anche una disbiosi del microbiota, per cui una terapia per il microbiota, abbinata ad un piano alimentare, è di supporto anche per il micobiota per via di meccanismi indiretti.

Un piano terapeutico per il microbioma dura in media 3 mesi circa. Successivamente, per potenziare le difese immunitarie in questi tempi di virus “particolari”, ben venga un’amica-terapia per 2 – 3 mesi una volta all’anno. 
                             
Mentre i probiotici vengono sintetizzati in laboratorio, i funghi medicinali si raccolgono dal terreno. La provenienza dei funghi è pertanto fondamentale; i funghi sono delle vere e proprie spugne che assorbono tutto ciò che è nel terreno, tra cui anche metalli tossici se presenti. Case farmaceutiche serie coltivano i funghi in terreni ben controllati. Fatevi pertanto consigliare dalla vostra farmacia di fiducia od affidatevi a un buon medico di medicina integrata.

Bibliografia                                                       
The Human Mycobiome in Health and Disease pubblicato nel 2013 da Lija Cui et al. The Role of Early Life Gut Mycobiome on Child Health pubblicato nel marzo del 2024 sulla rivista Advanced Nutrition da Kayleighh Amber Rodriguez et al. sulla rivista Genome Medicine. The Human Mycobiome, Colonization, Composition and its Role in Health and Disease di Paulina  Relvoncikova et al. pubblicato nel 2022 sulla rivista Journal of funghi
Role of the intestinal microbiome and its therapeutic intervention in cardiovascular disorders, pubblicato nel 2024 sulla rivista Front Immunology da Ameer Luqmal et al.    T
The mycobiota: the fungal frontier of human health
, pubblicato nel 2024 sulla rivista Biomedical Journal da Parvat Lyer et al.

Per ulteriori approfondimenti, potete consultare anche i seguenti link:

Microbioma Microbiota nell’uomo

Microbioma Dott.ssa Fiamma Ferraro

Microimmunoterapia (MIT) che cos’è?

Problemi gastrointestinali: conosciamoli