Agopuntura Boel-Yamamoto-Ferraro: Aggiornamento 2024. Come molti lettori sapranno, nel 2004 – 2005 ho iniziato a praticare il metodo di agopuntura Boel, specifico per affezioni dell’apparato visivo in Italia.
Nei primi anni del 2000, i risultati c’erano, ma non erano eclatanti come lo sono adesso; anche perché da allora il professor Boel ha perfezionato i punti ben 3 volte.
Ho viaggiato per mezza Europa per seguire tutti gli aggiornamenti; l’ultimo risale al 2016 – 2017 ed ovviamente con ogni aggiornamento i punti sono diventati sempre più efficaci … pertanto i punti vanno avanti, ma non solo i punti preziosi del professor Boel.
Dal 2016 in poi, avendo partecipato a corsi del metodo di agopuntura Yamamoto all’estero (Salisburgo in Austria e Baden-Baden in Germania), ho aggiunto alcuni punti di questo metodo ai punti originali del professor Boel.
I punti del professor Yamamoto non sono specifici per gli occhi, ma sono riuscita a trovare dei “collegamenti” non indifferenti.
L’ho fatto partendo dal presupposto che i punti del professor Yamamoto sono specifici per affezioni del sistema nervoso centrale ed in modo particolare per casi di ictus. Il nervo ottico, e la retina, (di cui la zona centrale è la macula) altro non sono che cellule facenti parte del medesimo sistema nervoso centrale.
Andando “qualche punto oltre”, ho anche iniziato ad aggiungere quei punti di agopuntura tradizionale cinese per i problemi di vista.
È noto da decenni che la sola agopuntura tradizionale cinese ha effetti scarsi per patologie dell’apparato visivo, ma abbinata agli altri 2 metodi ho l’impressione che li potenzi.
Ho pertanto ideato un terzo trattamento che abbino ai classici 2 del professor Boel; ho chiamato questo terzo trattamento il “trattamento Ferraro”.
Dal 2020 fino al 2024 ho continuamente modificato i punti del trattamento Ferraro ed i miei pazienti mi hanno finalmente “convinta” ad iniziare a pubblicare dei casi clinici (di seguito i link ai casi clinici:
Un nuovo campo di vista con il metodo di agopuntura Boel-Yamamoto-Ferraro
Una nuova era di campi di vista
Degenerazione maculare secca
Miopia elevata: un nuovo caso clinico
Maculopatia: un caso particolare
Un caso tipico di maculopatia
Glaucoma: un caso clinico diverso dagli altri ).
In base alle mie esperienze degli ultimi 5 anni, l’obiettivo di questo articolo è di rispondere alle domande più frequenti, cosa che faccio con maggior destrezza avendo così tanti anni di trattamenti alle spalle. Scritto ciò, faccio presente che ho studiato con il professor John Boel “senior”, un vero e proprio giovanotto grazie anche all’agopuntura.
Quali sono le reali possibilità di successo terapeutico?
Per ovvi motivi, questa è la domanda che sta più a cuore, ma purtroppo è la più difficile alla quale rispondere. Riflettiamo e “vediamoci” chiaro.
Il professor Boel padre ha sempre affermato che vi sono esiti positivi nell’ 80-85% dei soggetti; anch’io ho sempre citato la stessa statistica, ma potremmo analizzare il concetto più a fondo.
Ho anche sentito altri agopuntori dire che il 100% della popolazione ha una risposta terapeutica all’agopuntura in generale; come interpretare dunque quest’ultimo dato nel caso dell’agopuntura di nostro interesse?
Sappiamo che il metodo di agopuntura Boel-Yamamoto-Ferraro, pur prendendo in considerazione alcuni punti dell’agopuntura tradizionale cinese non è “vera e propria” agopuntura cinese; però sempre agopuntura è. Agopuntura è agopuntura; pertanto ciò che vale per un tipo di agopuntura vale anche per l’altro. Possiamo dimostrare scientificamente che i punti di agopuntura “esistono”, anche se con efficacia diversa nei vari casi, ma ci sono varie ipotesi circa i meccanismi fisiologici in questione. “Semplifichiamo” però un istante questo concetto.
Se andiamo a vedere le origini dell’agopuntura tradizionale cinese: è praticata da oltre 2500 anni (non vado oltre in quanto è facile trovare tante informazioni storiche). Ebbene, nell’antica Cina tutti venivano trattati con l’agopuntura. Per cui il 100% della popolazione se necessario, non solo l’83 – 85%. In questa antica traduzione si riferisce che l’agopuntura funziona mediante la regolazione del flusso di QI, l’energia vitale che scorre nei canali noti come meridiani. La comunità scientifica invece propone altre ipotesi sui meccanismi di come funziona l’agopuntura (ma non è questo l’obiettivo dell’articolo).
In soggetti che hanno risposte terapeutiche con l’agopuntura Boel e Boel-Yamamoto-Ferraro si vedono miglioramenti strumentali sull’OCT, campo visivo e/o doppler dei vasi della retina.
Approfondiamo però questo concetto dell’essere “responder”.
In base all’ agopuntura tradizionale cinese, ogni soggetto vivente ha il QI; l’agopuntura Boel-Yamamoto-Ferraro non è agopuntura tradizionale cinese, ma sempre di agopuntura si tratta. Un agopuntore esperto direbbe che tutti i soggetti sono “responder” all’agopuntura, e lo dico anch’io con il metodo che adotto.
C’è però un MA fondamentale, dovuto al fatto che i risultati non sono uguali in tutti i casi; è questo il motivo per il quale affermo, come a mio avviso anche il professor Boel senior, che ci sono risultati nell’ 85% dei casi circa. I “risultati” ci sono sempre, ma il problema è che i risultati non sono sempre percepibili dal soggetto ed ovviamente ciò che è conta per il paziente è il risultato visivo.
È questo il motivo per il quale, quando mi chiamano per avere informazioni sul singolo caso per l’agopuntura in questione, faccio sempre presente che tutte le informazioni generali sono visibili su Internet (vedi interviste sul mio canale Youtube:
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In linea generale e senza la consulenza preliminare, ecco come prevedere quelli potranno essere i successi terapeutici; e ciò vale per tutte le patologie dell’apparato visivo, che si tratti di una maculopatia secca o umida, di una retinopatia, forme di retiniti, glaucoma ed altro: meno è avanzata la patologia, meglio è. I cosiddetti casi “borderline” sono quelli che hanno una funzionalità di vita sia a livello lavorativo sia nelle attività quotidiane di routine, ma che sono fortemente a rischio di perdere tale indipendenza.
Ciò non implica assolutamente che l’agopuntura non possa essere praticata su casi molto avanzati; il problema è che il soggetto potrebbe non avvertire il miglioramento in quanto è troppo lieve rispetto alla fase della patologia. In questi casi faccio però presente che la ricerca scientifica comunque va avanti, anche se purtroppo lentamente ed un “terreno arato” – e nell’ usare la parola terreno arato intendo riferirmi a macula, retina, nervo ottico e corteccia cerebrale- farà sì che l’apparato visivo sarà più recettivo a nuovi trattamenti (quali cellule staminali, retina artificiale, fattori di crescita ed altro).
Per ciò che concerne i casi più gravi, può essere necessario più di un singolo ciclo, ma nei pazienti che hanno perseverato, i risultati, pur se modesti, ci sono stati ma è ovvio che dipende dalle aspettative del singolo paziente.
Un ulteriore fattore non indifferente è l’età. Negli anziani, i risultati sono di modesta entità ed anche in questi casi può essere necessario più di un singolo ciclo, ma la buona notizia è che sono più duraturi. La paziente più “giovane” che ho trattato aveva 94 anni ed ha avuto risultati dopo un singolo ciclo; come dico sempre, ogni caso è un caso a sé.
In soggetti più giovani con patologie avanzate invece, l’agopuntura può servire per rallentare o addirittura bloccare il decorso della malattia. Come ho già fatto presente, dipende sempre dalle aspettative del paziente.
Dopo quanti giorni di trattamento si vedono i risultati?
Il professor Boel senior avrebbe risposto: “dopo sei giorni; in alcuni casi quasi subito ed in altri addirittura dopo un mese”. Questa risposta vale anche per me:
In alcuni casi, si vede un miglioramento già dopo il primo giorno di trattamento; questi casi sono i più facilmente trattabili.
In altri casi dopo il 3º – 4º giorno.
Nella maggior parte dei casi dopo il 6º – 7º giorno.
Vi sono anche casi che reagiscono dopo un mese, ne ho avuti 2 negli anni: in uno si trattava di una giovane donna affetta da glaucoma dovuto ad un incremento della pressione intracerebrale, che era venuta in Italia dall’estero accompagnata da sua madre. Alla fine di 10 giorni, la giovane non aveva riscontrato alcun miglioramento ed era molto depressa. Miracolosamente un mese dopo la madre mi aveva contattata per riferirmi che all’improvviso la figlia aveva iniziato a vedere molto meglio; il miglioramento era stato confermato anche dall’oculista. La ragazza era venuta per altri 2 – 3 cicli ma poi l’ho persa di vista. Stiamo parlando di oltre 10 anni fa, il mio sospetto è che abbia continuato la terapia in Svizzera (abitava a Bruxelles).
L’altro caso eclatante di una persona che è sempre in cura da me lo trovate nei casi clinici. Il risultato, confermato dall’oculista, si è visto dopo 6 settimane.
Quanto durano i risultati?
Io spiego sempre ai pazienti che è del tutto impossibile capire cosa la malattia ha “programmato” per il singolo paziente, per cui l’agopuntura va vista come una forza che si scontra su un campo di battaglia contro la forza esercitata dalla malattia.
Ciò non dipende in molti casi nemmeno dalla malattia di per sé. Alcuni casi progrediscono velocemente, altri lentamente, altri invece prima lentamente e poi progressivamente, E viceversa…. Purtroppo non c’è modo di saperlo perché, se ci fosse, sarebbe molto più facile prospettare i possibili risultati terapeutici.
Da quello che ho visto posso dire che i risultati durano da 3, 6, 9 fino addirittura 12 mesi; ma è sempre meglio se possibile prevenire un peggioramento e sottoporsi a trattamenti di mantenimento prima di un potenziale peggioramento.
Ogni quanto bisogna ripetere la terapia e quante sedute saranno necessarie?
Nel rispondere a questa domanda più che giustificata faccio presente ciò che ho appena ribadito: non sappiamo cosa la malattia ha “programmato” nel singolo caso.
La prima consulenza pre-trattamento aiuta anche a cercare di capire questo. Una cosa però è certa; come si legge anche in alcuni dei casi clinici un maggior numero di trattamenti nei primi mesi – 2 anni fa sì che i tessuti dell’apparato visivo diventino sempre più reattivi con un minor numero di trattamenti con il passare degli anni.
“Ho una cataratta, lei dottoressa cosa ne pensa?”
La mia risposta più che onesta è che non sono “autorizzata” a pensare, in quanto non sono specializzata in oftalmologia bensì in medicina generale ed agopuntura. Posso solo riferire ciò che ho riscontrato in quasi 20 anni: gli oftalmologi sono divisi in 2 squadre, la squadra dell’estrarla quanto prima e la squadra del farlo il più tardi possibile. Pazienti che l’avevano fatto “prima” hanno ottenuto migliori risultati rispetto ai pazienti che l’avevano fatto “dopo”. Nei soggetti che avevano aspettato, negli anni la malattia era comunque andata avanti, e l’intervento in alcuni casi aveva notevolmente peggiorato la situazione.
Come ho avuto modo di riscontrare in tanti casi, una cosa e certa: Un ciclo di agopuntura sia prima che dopo rinforza potenzialmente i risultati.
Ha senso trattare una persona che ha perso completamente la vista?
Oltre 10 anni fa ho trattato 4 casi; solo perché si trattava di persone che veramente lo desideravano. 2 di questi 4 casi erano di persone ormai non vedenti da anni, in un caso si trattava di una cecità “psicosomatica” e nell’altro di una persona che aveva perso la vista dopo un drammatico incidente stradale. I risultati sono stati pari a 0; ciò dipendeva dal fatto che in 3 dei casi il danno tessutale – morfologico era estremamente rilevante. Un altro caso invece, che era molto vicino a non vedere nulla, ha riscontrato pur lievissimissimi risultati.
Un giovane non vedente però potrebbe intraprendere un percorso terapeutico per far sì che l’occhio sia più ricettivo in futuro, quando ci saranno anche nuovi trattamenti!